Ordinazione sacerdotale per Simone Billeci e Davide Rasa

Redazione

Cronaca

Ordinazione sacerdotale per Simone Billeci e Davide Rasa

18 Gennaio 2016 - 00:00

Aggiornamento ore 21.30 – Partecipata ed emozionante, così è apparsa la funzione religiosa per l’ordinazione sacerdotale di due giovani allievi del seminario arcivescovile di Monreale. Oggi alle 18.00 nell’affollatissimo duomo di Monreale, Simone Billeci, classe 1984, della comunità M. SS. Delle Grazie di Isola delle Femmine e Davide Rasa, classe 1987 della comunità San Giuseppe in Malpasso – Monreale, sono divenuti sacerdoti. Gremita ed attenta la partecipazione, ha visto la presenza delle autorità civili e delle parrocchie della diocesi. Particolarmente emozionante il momento dell’imposizione delle mani ad opera dell’arcivescovo e dei sacerdoti presenti. Sua eccellenza Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, ha ricordato durante l’omelia, l’importanza della vocazione e la missione del sacerdozio come guida e riferimento dell’intera comunità, sottolineando con enfasi l’arricchimento individuale e culturale che ogni singola persona adduce alla comunità pastorale. L’arcivescovo, citando la confusione di Babele, ha ricordato che oggi vigilia della solennità di Pentecoste, Cristo dona il suo spirito. Infine citando Giovanni Paolo II ha ricordato che lo spirito di Cristo è nell’essere, nell’agire e nel dire degli uomini, senza una autentica vocazione un prete è triste, quindi l’esortazione è affinchè l’immediatezza dell’essere sacerdote possa essere guida dell’intera comunità. Altro momento particolarmente sentito è stato quando il rettore del seminario Don Antonino Licciardi ha presentato i due presbiteri alla comunità ed al vescovo. Don Simone presiederà la prima celebrazione eucaristica a Isola delle Femmine, domenica alle ore 18.00, Don Davide, domenica alle 17,30, nella parrocchia di San Giuseppe in Malpasso.     Monreale, 18 maggio 2013, ore 18.30 – Il Vescovo di Monreale Michele Pennisi scrive una lettera per celebrare l'ordinazione sacerdotale di Simone Billeci e Davide Rasa. “E’ un evento importante innanzitutto per i nostri due diaconi ma anche per la nostra Chiesa locale e in particolare per il suo presbiterio che si arricchisce di due nuovi membri e per il nostro seminario diocesano che raccoglie i frutti di anni di formazione – scrive il Vescovo – I due novi parroci provengono dalle  parrocchie di Maria SS.ma delle Grazie di  Isola delle Femmine e di San Giuseppe a Malpasso  in Monreale mentre sono state iniziati al ministero sacerdotale nelle chiese di S. Erasmo in Capaci, San Giuseppe in Piano Maglio-Altofonte, SS. Redentore e S. Nicolò di Bari in San Giuseppe Iato”. Mons. Pennisi rivolge la sua gratitudine ai formatori che lungo hanno guidato e seguito i due giovani in vista dell’esercizio del ministero presbiterale, ma anche al Seminario diocesano, al  Collegio Altomonte dell’Opus Dei  a Roma, ed agli enti ecclesiastici di formazione come la Pontificia Facoltà Teologica di Siciliadi Palermo e e la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. “Dobbiamo infine ringraziare le  loro famiglie, dove hanno avuto la loro prima iniziazione alla fede – scrive il Vescovo – Questa ordinazione avviene la vigilia della solennità di Pentecoste con la discesa dello Spirito Santo, cinquanta giorni dopo la Pasqua, su Maria e gli apostoli, che  segna la festa della nascita della Chiesa”. Nella lettera inviata ai fedeli per dare annuncio del lieto evento Mons. Michele Pennisi si sofferma sul tema pentecostale e sull’essenza del servizio presbiteriale, regalando alcune profonde riflessioni che riportiamo qui di seguito.     un estratto della lettera del Vescovo di Monreale Mons. Michele Pennisi … Per capire il miracolo della Pentecoste bisogna partire dall’esperienza amara della confusione di Babele,  che porta alla incomunicabilità ed autosufficienza, alla dispersione, alla divisione profonda fra gli uomini. Ma noi abbiamo la certezza che lo Spirito, che viene in aiuto alla nostra debolezza, ripara il disastro della divisione riconducendo all’unità ciò che era disperso. Lo Spirito annuncia la fine del vecchio mondo fondato sulla disunione, sull’invidia, sull’egoismo e ci apre alla speranza di un mondo nuovo, che dobbiamo attendere con perseveranza,sapendo che anche noi che possediamo le primizie dello Spirito gemiamo interiormente aspettando la nostra adozione a figli e la redenzione del nostro corpo(cfr.Rm8,22-25). Lo Spirito Santo viene ad aiutarci, intercedendo con insistenza per noi, perché si realizzi  il disegno di Dio in noi e perché diventiamo capaci di  collaborare alla salvezza che viene dal Signore, superando ogni chiusura e ogni paura e scoraggiamento. La nostra speranza è lo Spirito Santo ospite dolce delle nostre anime. Per noi oggi si attua la promessa di Gesù: «Chi ha sete venga a me e beva… Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (cfr Gv 7,37-39). Gesù Cristo ci dona il suo Spirito che sazia la nostra sete di felicità e ci fa sperimentare una fecondità spirituale e pastorale impensata. La presenza dello Spirito Santo è paragonata da S. Gregorio Magno ad una “inondazione” che ci immerge nell’abisso dell’amore eterno di Dio, ci purifica, ci vivifica e ci rinnova. Il vento impetuoso di quella prima Pentecoste, continua a rinnovare la Chiesa,  continua  a travolgere la vita degli uomini, continua a spazzare via le nubi della tristezza, della delusione, della paura, della solitudine, per aprire il cielo alla nuova primavera dello Spirito,  che è la primavera dello sbocciare della santità.                  La presenza dello Spirito del Dio vivente in mezzo ai suoi non cessa di essere feconda, perché egli è nella sua Chiesa: soffio vitale di una nuova creazione; portatore del dono divino della pace; costruttore di unità nella pluralità dei carismi; distruttore del peccato; fondamento della fede che ci fa proclamare che “Gesù è il Signore”; generatore di persone nuove trasformate nell’intimo del cuore; sorgente di quella comunione che fa della Chiesa “il sacramento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. Lo Spirito Santo che ha trasformato la vita dei discepoli di Cristo è lo stesso Spirito che questa sera viene effuso su Simone e David, che stabilisce con loro una relazione personale che li rende partecipi in maniera speciale di Gesù Cristo trasformandoli in Lui per  continuare l’opera santificatrice di Cristo. Lo stesso Spiritoche ha dimorato in Gesù dal momento dell’ordinazione abita la loro carne trasformandoli continuamente in Gesù, maestro, pastore,sacerdote, servo, sposo.       Lo stesso Spiritoche trasforma in questa celebrazione eucaristica il pane e il vino nel corpo e nel sangue del Signore trasforma Simone e Davide in suoi ministri, perché cooperino ad edificare il Corpo di Cristo che è la Chiesa in Popolo di Dio e Tempio santo dello Spirito Santo. Sull’azione fondamentale che lo Spirito Santo svolge nella vita dei presbiteri voglio richiamare quanto ha scritto Giovanni Paolo II: “La nostra fede, ci rivela la presenza operante dello Spirito di Cristo nel nostro essere, nel nostro agire e nel nostro vivere così come l’ha configurato, abilitato e plasmato il sacramento dell’Ordine. Lo Spirito del Signore è il grande protagonista della nostra vita spirituale. Egli crea il «cuore nuovo», lo anima e lo guida con la « legge nuova » della carità pastorale. Per lo sviluppo della vita spirituale è decisiva la consapevolezza che non manca mai al sacerdote la grazia dello Spirito Santo, come dono totalmente gratuito e come compito responsabilizzante. La coscienza del dono infonde e sostiene l’incrollabile fiducia del sacerdote nelle difficoltà, nelle tentazioni, nelle debolezze che s’incontrano sul cammino spirituale. «La vocazione sacerdotale è essenzialmente una chiamata alla santità, nella forma che scaturisce dal sacramento dell’Ordine. La santità è intimità con Dio, è imitazione di Cristo, povero, casto e umile; è amore senza riserve alle anime e donazione al loro vero bene; è amore alla Chiesa che è santa e ci vuole santi, perché tale è la missione che Cristo le ha affidato. Ciascuno di voi deve essere santo anche per aiutare i fratelli a seguire la loro vocazione alla santità.» (PDV 33). Carissimi Davide e Simone, mediante l’Ordinazione riceverete lo stesso Spirito di Cristo, che vi rende simili a Lui , perché possiate agire nel suo nome e vivere in voi i suoi stessi sentimenti. L’intima comunione con lo Spirito di Cristo, mentre garantisce l’efficacia dell’azione sacramentale che voi ponete “in persona Christi”, chiede anche di esprimersi nel fervore della preghiera, nella coerenza della vita, nella carità pastorale di un ministero instancabilmente proteso alla salvezza dei fratelli. Chiede, in una parola, la vostra personale santificazione Il vostro ministero sacerdotale deve caratterizzarsi: –     per la fedele meditazione della Parola di Dio,  in vista del suo annuncio e della sua testimonianza agli uomini e alle donne di ogni tempo. –     per l’attiva partecipazione ai Misteri divini come rappresentanti di Cristo capo –     per il  servizio della carità pastorale verso tutti ed in modo particolare verso i «piccoli», i poveri, i sofferenti. Vi ripeto quello che ha detto Papa Francesco ai presbiteri” Siete Pastori, non funzionari. Siete mediatori, non intermediari. Chi non esce da sé, invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. Tutti conosciamo la differenza: l’intermediario e il gestore “hanno già la loro paga” e siccome non mettono in gioco la propria pelle e il proprio cuore, non ricevono un ringraziamento affettuoso, che nasce dal cuore. Da qui deriva precisamente l’insoddisfazione di alcuni, che finiscono per essere tristi, preti tristi, e trasformati in una sorta di collezionisti di antichità oppure di novità, invece di essere pastori con “l’odore delle pecore” -; invece di essere pastori in mezzo al proprio gregge e pescatori di uomini” L’unzione, cari fratelli, non è per profumare noi stessi , ma per diffondere il buon profumo di Cristo. San Josemaría Escriváa proposito della grande dignità del sacerdozio ministeriale ha scritto “L’identità del sacerdote è questa: essere strumento immediato e quotidiano della grazia salvifica che Cristo ha meritato per noi. Quando si comprende questo principio, quando lo si medita nell’attivo silenzio della preghiera, come possiamo considerare il sacerdozio una rinuncia? È un guadagno incalcolabile. Maria Santissima, nostra Madre, la più santa delle creature – […]- trasse una sola volta Gesù al mondo; i sacerdoti lo portano su questa terra, al nostro corpo, alla nostra anima, tutti i giorni: e Gesù viene, per nutrirci, per vivificarci, per essere fin da ora pegno della vita futura”. (La Chiesa nostra Madre, 39) Il fatto che l’ordinazione presbiterale  avviene all’interno della celebrazione eucaristica ha un profondo significato teologico. Dall’Eucaristia attingete il gusto della comunione presbiterale, fulcro della comunione ecclesiale della quale questa concelebrazione eucaristica è l’espressione sacramentale più emblematica ed  impegnativa. Attorno all’Eucaristia si costruisce  l’unità del presbiterio simboleggiata  nell’imposizione delle mani da parte del Vescovo e di   tutti i presbiteri presenti. È un gesto che parla da sé, un segno forte della unità del presbiterio al di là delle differenze di età, di provenienza, di formazione culturale e di sensibilità pastorale.  E’ un segno di comunione che fonda  ogni forma di vita spirituale e ogni servizio pastorale . Un presbiterio unitovale più di ogni programma pastorale all’avanguardia e di ogni iniziativa che fa scalpore. Un presbiterio divisoe individualista  anche se producesse, forse,  frutti apparentemente abbondanti alla lunga distrugge quello che  si pensa di costruire. Partecipando alla missione di Gesù Cristo, pastore e servo, capo e sposo della Chiesa, in comunione filiale col vescovo e fraterna con gli altri presbiteri impegnatevi a fare della chiesa la famiglia di Dio per condurre i fedeli al Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo. Noi oggi con Maria SS. invochiamo una nuova effusione dello Spirito sui voi   che state per essere ordinati presbiteri perché che lo Spirito Santo infonda in ciascuno di voi l’anelito alla preghiera, alla santità, alla comunione ecclesiale e all’annuncio missionario del vangelo e incoraggi i giovani delle nostre comunità ecclesiali a rispondere generosamente alla chiamata del Signore.          Michele Pennisi   – qui l'articolo con le foto dei due nuovi sacerdoti

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