Monreale, "Utilizzo dei beni confiscati alla mafia", workshop del Consorzio Sviluppo e Legalità

Rosario Lo Cicero

Cronaca

Monreale, "Utilizzo dei beni confiscati alla mafia", workshop del Consorzio Sviluppo e Legalità
Presenti le associazioni "Libera Terra", "Sviluppo e Legalità" e "Libera"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Interessante il workshop tenutosi questo pomeriggio nell’Aula Consiliare del Comune di Monreale, il primo di una serie di tre incontri che porteranno, il prossimo 19 febbraio a San Giuseppe Jato ed il 25 a Portella della Ginestra. Interessantissimo il tema trattato “Utilizzo dei Beni confiscati alla mafia”, svoltosi alla presenza dei rappresentanti dell’Associazione “Libera” guidata da Don Ciotti, dell’Associazione Sviluppo e Legalità e dell’Associazione “Libera Terra”. Ha aperto i lavori, alle 15.30, l’Assessore alla Legalità del Comune di Monreale Giuseppe Cangemi il quale, ha poi passato la parola al giudice Fabio Licata che al Tribunale di Palermo si occupa di misure di prevenzione. Tra il pubblico, i rappresentanti dell’Associazione Polizia di Stato ed i rappresentanti del Comune di San Giuseppe Jato. La relazione del Giudice ha toccato in punti cardine della legge 109 che si occupa, appunto, dei beni confiscati alla mafia, soffermandosi, in particolare, su quella che in pectore è stata una buona idea, cioè la fondazione, da parte dello Stato, dell’Agenzia dei Beni Confiscati, la quale, all’atto pratico, si è rivelata inefficiente poiché, pur facendo leva sulla smisurata quantità di beni confiscati e quindi sulla gestione di un patrimonio non indifferente, valutato in più di 30 miliardi di euro, non è supportata delle leggi adeguate e pecca, nella sua costituzione, della semplice cultura volta ad amministrare i beni tolti delle mani della malavita organizzata. Le lungaggini burocratiche ed i tempi, spesso smisuratamente lunghi di assegnazione, sviliscono quindi i buoni propositi ed impoverisco i citati beni gestiti dall’Agenzia stessa. Per dovere di cronaca, dobbiamo registrare l’assenza dei componenti il Consiglio Comunale e quella delle Associazione Culturali locali, le quali, a nostro avviso, avrebbero potuto trarre giovamento da una così valida e qualificata  iniziativa. Immaginiamo che il momento delicato che vede l’Amministrazione Comunale impegnata a risolvere la difficile situazione dell’ex ATO2, abbia momentaneamente inceppato la macchina della comunicazione governativa.

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