Monreale ricorda Giaccone, diventato eroe troppo tardi

Redazione

Cronaca

Monreale ricorda Giaccone, diventato eroe troppo tardi
Cerimonia al cimitero con il fratello Giuseppe e la moglie Giuseppa Salamone

18 Gennaio 2016 - 00:00

Era lunedì anche quel 17 novembre di 28 anni fa. La notizia a Monreale arrivò come un fulmine a ciel sereno: Rosario Pietro Giaccone era stato ucciso. Dopo tanti anni fu accertata la matrice mafiosa: il carabiniere fu raggiunto da numerosi colpi di pistola per una vendetta mafiosa. Giaccone, il 17 novembre del 1986, aveva soli 26 anni quando fu ucciso in una guerriglia in via Verga a Palermo. Pare che la sua uccisione sia stata decisa dai vertici mafiosi perché Giaccone, sei anni prima, si era ritrovato in un conflitto a fuoco con una banda che aveva assaltato la cassa del mercato ortofrutticolo di Palermo. A terra era rimasto il cadavere di un bandito, ucciso da un colpo della pistola d'ordinanza di Giaccone. Quel rapinatore era nipote di Armando Bonanno (successivamente vittima della lupara bianca). Solo nel 1993 la Corte d'Assise di Palermo ha confermato la sentenza che riconosceva la matrice mafiosa dell'omicidio. Stamattina, al cimitero, cerimonia di onore per commemorare il carabiniere scomparso. Erano presenti il colonnello Pierluigi Solazzo, il vice comandante del nucleo investigativo Mauro Carrozzo, il capitano Paolo Del Giacomo ed il comandante Francesco Paolo Mineo, il fratello di Pietro Rosario, Giuseppe, la moglie Giuseppa Salamone (erano sposati da soli otto mesi), il sindaco Piero Capizzi ed il consigliere comunale Toti Gullo. Ad onorare la memoria del carabinieri, anche la sezione monrealese dell'associazione nazionale Polizia di Stato e la sezione monrealese dell'associazione nazionale dei Carabinieri. Dopo il "silenzio", il capitano Del Giacomo ha letto la motivazione della medaglia d'oro al merito civile. Poi il colonnello Solazzo ha consegnato ai parenti di Giaccone un attestato firmato dal comandante generale, il generale Leonardo Gallitelli: "Sappiamo che Giaccone non ha avuto nell'immediatezza il giusto riconoscimento – dice Solazzo -. Ma la storia, poi, ha fatto giustizia. L'arma dei Carabinieri ha sempre riconoscenza per i suoi eroi". (LE FOTO DEL SERVIZIO SONO DI VINCENZO GANCI)

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