Monreale, l’attacco a Toti Zuccaro. “Faccia un passo indietro”. La replica: “Polemiche sterili”

Redazione

Cronaca

Monreale, l’attacco a Toti Zuccaro. “Faccia un passo indietro”. La replica: “Polemiche sterili”
I dissidenti del Pd scrivono alla segreteria provinciale

18 Gennaio 2016 - 00:00

Alla fine la replica è puntualmente arrivata. Che ci sia “maretta” nel Pd lo avevamo anticipato qualche giorno fa (leggi questo articolo). La parole del segretario Toti Zuccaro non sono passate inosservate ed hanno scatenato una reazione che, in realtà, era attesa. Ora sarà necessario capire se questa spaccatura ci sarà o se alla fine i rapporti si ricuciranno. La lettera, firmata da Tonino Russo, Rosanna Giannetto, Rossella Pica, Manuela Quadrante, Massimiliano Lo Biondo, Salvatore Leto, Lillo Sanfratello, Salvino Mirto, Lillo Aricó, Andrea Quadrante, Giuseppe Leto, Salvo Sardisco, Marco Intravaia, Tonino Cammarata, Fabio Zanetti, Maurizio Sciortino, Renato Galano e Anna Leto, è stata inviata al segretario provinciale del Pd, Carmelo Miceli. I firmatari si dichiarano preoccupati per la conduzione del Pd monrealese. “Un tesseramento innaturale, cresciuto negli ultimi giorni prima del congresso di oltre il 500%, la segreteria di Toti Zuccaro, fin da subito si è caratterizzata come una scelta tutt'altro che condivisa. Se, al congresso, una parte consistente decise di partecipare ed astenersi dal voto, un'altra parte decise di non parteciparvi. Il risultato è stato un segretario tutt'altro che unitario”. Per i dissidenti, così come li abbiamo definiti nello scorso articolo, insomma Piero Capizzi ha vinto le elezioni grazie al loro contributo. “Durante la campagna elettorale, per non dare argomenti e ragione agli avversari, non abbiamo sollevato polemiche nemmeno dinanzi a scelte molto discutibili quanto inopportune come l'indicazione ad assessore del proprio fratello – scrivono -. Anche in occasione del ballottaggio prevalse il senso di responsabilità, preferendo accettare di rinviare le scelte vere a vittoria avvenuta. Vennero così indicati due assessori "temporanei" liquidati poi, purtroppo, con lo stesso tatto di un elefante dentro una cristalleria: l'attuale responsabile organizzativo del Pd regionale, Antonio Rubino, apprese delle sue "dimissioni volontarie" dai giornali. Se avevamo evitato di perdere la faccia (e forse anche le elezioni), con la sostituzione degli assessori cosiddetti "temporanei" ci siamo ritrovati un nuovo "motivo di orgoglio": un altro "assessore fratello" anche lui esperto in legami di consanguineità. Non sappiamo se siano stati scelti prima i nomi e poi le deleghe assessoriali. Fatto sta che c'è molta incongruenza tra i profili personali e le competenze istituzionali. Sulle deleghe assessoriali, infatti, il segretario si è guardato bene dal coinvolgere il partito ed i suoi organismi, finendo per ottenere risultati facilmente intuibili sui quali è meglio stendere un velo pietoso”. Insomma, i dissidenti mettono con le spalle al muro Toti Zuccaro che adesso dovrà probabilmente accelerare il piano di riforma della Giunta che era stato progettato, probabilmente, fra un anno. Perché i dissidenti danno l’aut aut a Zuccaro: “Non crediamo si possano arginare certe pratiche comportamentali. Così noi non abbiamo intenzione di continuare. Pensiamo che occorra rivedere tutto quel che non va nel partito monrealese. Magari, non da soli e con la collaborazione della segreteria provinciale. In merito all'amministrazione comunale, di concerto col sindaco ed il resto della maggioranza bisogna giungere in fretta ad un verifica vera e profonda, perché il rischio è che si vada a sbattere. Finché siamo in tempo occorre rilanciare il profilo delle intenzioni iniziali, riformista ed innovativo”. Zuccaro, però appare sereno, perché la posizione dei dissidenti “appare marginale e minoritaria, e non rappresenta e non può rappresentare la stragrande maggioranza di questo partito impegnato seriamente e con grande convinzione e partecipazione nella sfida amministrativa per risollevare le sorti della nostra cittadina”. Insomma per Zuccaro sarebbe un attacco strumentale: “Siamo ormai fuori da molto tempo dalla campagna elettorale. Chi ha perso deve farsene una ragione”. Poi la stoccata: “Più che la protesta di un nutrito gruppo, mi sembra la protesta di gruppi familiari, forse perché in passato abituati a ricoprire ruoli importanti, sia all'interno del partito che nella vita del nostro paese, e che oggi si ritrovano, democraticamente, relegati ad un ruolo marginale e di opposizione interna. Tutti questi nulla hanno a che fare con la grande maggioranza del partito, costituita da tesserati, candidati, simpatizzanti ed amici, che supportano quotidianamente, il nostro percorso e il nostro progetto politico. Non permetteremo a questi pochi, con trucchetti e velate minacce da vecchia politica, di ribaltare chiari risultati avuti con il pieno consenso della nostra gente”. E se i dissidenti promettono anche azioni eclatanti, come l'istituzione di un nuovo circolo, Zuccaro chiude la porta in faccia ai firmatari della lettera: “Non prendiamo lezioni vuote e sterili da nessuno. Chi ha intenzione di partecipare, condividere e portare avanti il bene di Monreale e dei suoi cittadini è ben accetto, altrimenti nessuna apertura per chi, cercando di sollevare falsi problemi, cerca di trarne vantaggi personali”. 

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