Monreale, la serata finale della Musica Sacra è un successo

Raimondo Burgio

Cronaca

Monreale, la serata finale della Musica Sacra è un successo
Pubblico delle grandi occasioni... come si vedeva nei "tempi d'oro"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si è conclusa la 55° edizione della Settimana di Musica Sacra di Monreale e non poteva esserci migliore onore a questa rassegna che di improvviso ha riacquistato prestigio, dignità e consenso di pubblico. Chi ha partecipato ha potuto apprezzare e vivere un incontro con la musica di grande livello. Plauso va certamente al direttore Mauro Berrini che ha condotto l’Orchestra Sinfonica Siciliana verso una interpretazione dal giusto colore sia per Vivaldi che nell’opera di Bach. Bisogna anche ricordare che Berrini è fondatore, direttore artistico e musicale del complesso vocale professionale Ars Cantica Choir presente in questa occasione e la sua esperienza gli ha consentito di fare esprimere al meglio le doti sia della corale che dell’orchestra. Da parecchi anni non si vedeva il Duomo di Monreale stracolmo di gente e con le navate laterali piene. Questo è un fenomeno che conferma quanto l’appetito di cultura sia sempre grande e che occasioni come questa creino indotto (alcuni albergatori hanno raccontato di avere il tutto esaurito anche grazie a questo evento che ha fatto accrescere le presenze nelle loro strutture ndr). Le navate della Cattedrale monrealese hanno risuonato di un Vivaldi con effetti di colore controllato e squillante, con una bacchetta cha ha conferito una più che buona tenuta dei tempi e che ha trascinato con empatia nella musicalità dello stile vivaldiano. Bisogna anche sottolineare che il direttore ha mantenuto il distacco da letture troppo contemporanee che spesso hanno uniformato suoni e tempi. Nel Magnificat in re maggiore di J. S. Bach due sezioni strumentali esaltano il maestoso coro di apertura. Il tema ha uno scatto ritmico energico, e spiccano gli interventi delle trombe sostenute dai timpani.  Le voci in imitazione si fugano sulla parola “magnificat”, e sostenute dalle note tenute dell'orchestra, sembrano indirizzare l'ascoltatore al cielo e fanno aprire il tema più ampio di tutta l’opera. Non si è vissuto solo un'esperienza estetica sublime ma possiamo ben dire che il Magnificat di Bach sia stato un vero atto di adorazione. Un concerto, ultimo della rassegna, che ha affrontato un articolato percorso, con impronte ora cameristiche, o medievali, più o meno tradizionali, ovvero barocche. Parrebbe di leggere, in una ricostruzione retrospettiva, quasi l'attenzione per una sacralità che si volge all'uomo laddove l'uomo si volge al sovrannaturale e finalmente il Duomo scintilla non solo delle luci sue dorate, ma anche delle note che rendono la musica preghiera. Questo ci aspettiamo da appuntamenti come questo e ci auspichiamo di poter godere sempre più spesso di momenti così elevati e preziosi. 

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