Monreale, il nuovo sistema di raccolta rifiuti è destinato al fallimento?

Redazione

Cronaca

Monreale, il nuovo sistema di raccolta rifiuti è destinato al fallimento?
Numeri impazziti, cifre “segrete”, 51 dipendenti sul groppone. Tanti i nodi da sciogliere

18 Gennaio 2016 - 00:00

La situazione del sistema di raccolta rifiuti non è tutta rosa e fiori come vogliono far credere all’esterno. Le denunce di brogli, situazioni strane, cifre che non appattano, (ultima quella del consigliere del Movimento 5 Stelle, Fabio Costantini), cominciano a susseguirsi una dopo l’altra. Fare chiarezza è difficile anche per noi addetti all’informazione, perché la situazione è davvero complessa. Al momento la situazione è questa: i dipendenti dovrebbero transitare tutti nella nuova società di scopo creata ad hoc, la Belice Impianti Srl, presidente Nazzareno Salamone (ex assessore durante il mandato di Filippo Di Matteo), con soci tutti i comuni che formano la nuova Srr, che ha sostituto l’Ato. Questa società, in via provvisoria, dovrebbe garantire i livelli occupazionali, in attesa che i comuni, attraverso un loro piano Aro, definiscano il “parco dipendenti” idoneo per garantire alla collettività un sistema di raccolta efficiente e decoroso per la collettività. La Belice Ambiente, dunque, dovrebbe cessare in poco tempo, ma, leggendo lo statuto, le cose appaiono diverse, visto che la scadenza della società è fissata per il 2030. Secondo punto: il problema degli amministrativi. Tra i 276 dipendenti, la situazione è nota a tutti, il problema riguarda il numero eccessivo di amministrativi. La nuova legge prevede che questi siano presenti nei piani Aro in misura massima del 10 per cento. A questi, il presidente dell’Srr, Filippo Di Matteo (ex sindaco di Monreale, nominato subito dopo la perdita delle elezioni), ha aggiunto, per la gestione della società, altri 12 amministrativi. Quindi, conti alla mano, la Srr potrà avere un massimo di 40 amministrativi totali. Ogni piano Aro, infatti, prevede la presentazione di un blocco di cosiddetti operativi ed, in base a quello, il numero di amministrativi. Per Monreale sarebbero 73 operativi ed 8 amministrativi. Usiamo il condizionale perché i numeri non appattano molto facilmente. Lo stesso Costantini ha denunciato errori evidenti nella compilazione di questo piano Aro, con la presenza, addirittura di un signore già in pensione, due stipendi che in realtà non esistono ed il demansionamento di persone che fino a pochi giorni fa erano chiamate a dirigere interi settori. Il sindaco Piero Capizzi pare abbia detto che gli operativi sarebbero 79. Ma anche su questo non c’è nessuna conferma. Al momento la nuova Srr è composta da 24 comuni. Hanno scelto di tirarsi fuori, per il momento, e capire bene la situazione, i comuni di Belmonte Mezzagno ed Altofonte. E sembra che abbiano fatto la scelta migliore. Infatti, i due comuni, posseggono ex dipendenti comunali e, quindi, potrebbero gestire il servizio per conto loro. Perché sul tavolo delle riunioni ballano cifre importanti, che riguardano proprio il futuro dei dipendenti. Tutti i comuni hanno presentato i loro piani Aro: alla fine dei conti, sul tavolo sono rimasti 51 dipendenti. Questi dipendenti in esubero vanno divisi tra i comuni della Srr: a Monreale spetta il numero più alto, visto che la cittadina normanna deteneva il 245 per cento dell’Ex Ato. Quindi agli 81 dipendenti, vanno aggiunti altri 13 operai, non si sa, al momento con quale mansione. La gestione in house, cioè affidata ad una ditta terza, è stata scelta dai comuni di Bisacquino, Chiusa Sclafani, Giuliana, Palazzo Adriano e Prizzi (che hanno formato l’Aro valle del Sosio), Belmonte Mezzagno, Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela (che hanno formato un’associazione di comuni per evitare di pagare l’Iva). Nei vari incontri con i sindacati, il costo del personale, che era di 11 milioni di euro l’anno, è stato abbattuto di due milioni di euro circa, passando a 9 (prezzi calcolati senza Iva). I dipendenti hanno perso tutte le loro garanzie (assegni familiari, indennità, scatti di anzianità), per un totale del 35 per cento in meno dello stipendio mensile. Ma questo risparmio di due milioni di euro, non significa, per i cittadini, una tassa più “leggera”. Questo perché, pare e da voci di bene informati, il sacrificio dei dipendenti servirà a garantire i 51 esuberi. Ora cosa succederà? Dopo la formalizzazione del Piano Aro, il passaggio alla società di scopo Belice Impianti Srl. Da questa, ai comuni che, nel frattempo, dovranno aver bandito una gara per l’affidamento del servizio ad una ditta esterna. Sono bandi superiori al milione di euro, che quindi vengono gestiti dall’Urega, l’ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici. La procedura fallimentare è stata prorogata fino al 30 giugno, ma già si vocifera di una possibile scadenza alla fine del 2015. I bandi dell’Urega, di solito, visto la loro complessità, necessitano di 8/10 mesi di tempo. Per avere quindi un servizio di raccolta efficiente, bisognerà attendere oltre un anno.

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