Monreale, i presidi incontrano il Vescovo: "La scuola prepari i giovani alle sfide del nostro tempo"

Redazione

Cronaca

Monreale, i presidi incontrano il Vescovo: "La scuola prepari i giovani alle sfide del nostro tempo"
Presso il Salone dell'Arcivescovado

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si è tenuto oggi, presso il salone dell’Arcivescovado di Monreale, un incontro dei dirigenti scolastici delle scuole delle diocesi di Monreale con l’arcivescovo Michele Pennisi, che ha trattato il tema dell’alleanza educativa tra scuola, famiglia e Chiesa. Il professor Andrea Porcarelli, docente di pedagogia presso l’università di Padova, ha trattato il tema “La chiesa per la scuola. La persona nel cuore delle competenze”. L’animatore diocesano del progetto policoro Pietro Spiga ha fatto una comunicazione sull’orientamento dei giovani ad una cultura del lavoro e della cooperazione. Ecco il discorso completo fatto oggi dal Vescovo Pennisi.  “Desidero porgere un rispettoso saluto a tutti voi dirigenti scolastici e ai vostri più stretti collaboratori a partire dal dirigente dell’Ufficio scolastico Regionale dott.ssa Maria Luisa Altomonte e dell’ufficio scolastico Provinciale prof. Marco Anello. Un saluto e un ringraziamento particolare rivolgo al prof. Andrea Porcarelli docente di Pedagogia presso l’Università di Padova, che tratterà il tema: La chiesa per la scuola. La persona nel cuore delle competenze”. L’animatore diocesano del progetto Policoro Pietro Spiga farà una breve comunicazione sull’orientamento dei giovani ad una cultura del lavoro e della cooperazione. In preparazione alla Pasqua ho pensato assieme al Servizio diocesano per l’IRC e all’Ufficio diocesano di pastorale scolastica di organizzare questo incontro che si colloca nel decennio che la Chiesa italiana ha destinato all’educazione ed in quest’anno nel quale sono state organizzate una serie di iniziative nell’ambito del programma “la Chiesa per la Scuola”, che culmineranno nella festa di tutta la scuola italiana con papa Francesco il prossimo 10 maggio. Nel documento “Educare alla vita buona del vangelo programmatico per il decennio 2010-2020 si parla di alleanza educativa. “Se si vuole che l’azione educativa ottenga il suo scopo, è necessario che tutti i soggetti in essa coinvolti operino armonicamente verso lo stesso fine. L’alleanza deve realizzarsi non solo tra i soggetti, ma tra le grandi forze che concorrono alla formazione della persona. Tra le agenzie educative più importanti c’è la scuola. Occorre investire, con l’apporto delle diverse componenti del mondo scolastico, ecclesiale e civile, su una scuola che promuova, anzitutto, una cultura umanistica e sapienziale, abilitando gli studenti ad affrontare le sfide del nostro tempo» (n.46). La Chiesa, deve mostrare particolare attenzione per la scuola di ogni ordine e grado, per valorizzarne la funzione educativa che, essendo opera corale, richiede la promozione di una vera alleanza educativa fra famiglie, scuole, parrocchie, associazioni e movimenti presenti in un determinato territorio. Famiglia e scuola debbono trovarsi per insieme interagire per dare ragioni di vita, per creare una pedagogia della responsabilità, per incoraggiare al pensare libero e critico, per affinare la lungimiranza culturale. Bisogna promuovere l’autonomia scolastica come opportunità per “la realizzazione di vere e proprie comunità educanti, in grado di definire incessantemente, attraverso un libero e responsabile confronti interno, le rispettive identità culturali e pedagogiche” (AA.VV. La sfida educativa, Laterza Bari 2010, 64.). Non è accettabile la tesi che considera mondo separato ed estraneo alla missione propria della comunità cristiana la scuola pubblica, sia essa paritaria che statale, fondata sull’autonomia e quindi aperta al territorio. Benedetto XVI ha detto: “Anche le scuole statali, secondo forme e modi diversi, debbono essere sostenute nel loro compito educativo dalla presenza di insegnanti credenti – in primo luogo, ma non esclusivamente, i docenti di religione cattolica – e di alunni cristianamente formati, oltre che dalla collaborazione di tante famiglie e della stessa comunità cristiana. La sana laicità della scuola, come delle altre istituzioni dello Stato, non implica infatti una chiusura alla Trascendenza e una falsa neutralità rispetto a quei valori morali che sono alla base di un’autentica formazione della persona”. Ormai l’influsso della famiglia, della scuola e della parrocchia è diventato minoritario rispetto a quello, sempre più invasivo, della società nel suo complesso: «Inoltre, i vari ambienti di vita e di relazione – non ultimi quelli del divertimento, dello sport, dell’arte, dello spettacolo, del tempo libero e del turismo – esercitano un’influenza talvolta maggiore di quella dei luoghi tradizionali della formazione, come la famiglia e la scuola. Essi, come tali, offrono perciò delle preziose opportunità da raccogliere perché non manchi, in tutti gli spazi sociali, di una proposta educativa integrale» (n.50). È necessaria pertanto un’alleanza per una vera comunità educante. La ricerca di un’alleanza educativa punta a una collaborazione sincera fra scuola e famiglia, volta a perseguire i medesimi obiettivi educativi. La logica del patto esprime il dovere di una rigorosa lealtà reciproca fra insegnanti e alunni. Il frutto maturo di queste alleanze è la costituzione di una vera comunità educante, unico luogo adeguato al processo educativo nella società complessa, in cui sono coinvolti personalmente tutti i soggetti: alunni, famiglie, docenti, dirigenti e personale ausiliario. Alleanza significa anche collaborazione leale per un progetto comune, senza antagonismi e rivalità. Sono le relazioni che rendono buona la vita e che segnano il gioioso compimento dell’alleanza. Grazie a questo stile di dialogo la scuola non diventa una prigione asfissiante o una noiosa anticamera della vita vera, ma un ambiente abitabile e sereno. L’alleanza consente anche di fare in modo che “nessuno vada perduto”: la collaborazione tra soggetti è necessaria per una scuola inclusiva, capace di intervenire a favore dei più deboli. La Chiesa in Italia vuole impegnarsi sempre più risolutamente a favore degli ultimi, accogliendo l’invito di papa Francesco a muoversi verso le “periferie esistenziali” della scuola. Perché la scuola diventi luogo di vita buona per tutti, nessuno escluso. È questo l’augurio che formulo per la prossima santa Pasqua nella quale facciamo memoria dell’alleanza fra Dio e il suo popolo sancita con il sangue di Gesù Cristo, che con la sua morte e resurrezione è il fondamento della nostra speranza”.

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