Mario Battistol, il pilota della domenica

Rosario Lo Cicero

Sport

Mario Battistol, il pilota della domenica
Storie di un automobilismo lontano, ma non troppo

18 Gennaio 2016 - 00:00

  In un tempo che sembra ormai lontano, ma che in effetti non lo è, esisteva l'automobilismo sportivo "autogestito". Era fatto di piloti dilettanti, da molti definiti "piloti della domenica". Auto al limite dell'accettabile, spesso autocostruite, con cognizioni originali di aerodinamica e metodi empirici di meccanica, ma che spesso, una volta portate in gara, si rivelavano efficaci, tanto da dare spesso filo da torcere alle vetture "ufficiali", pilotate da campioni consacrati.I "dilettanti" hanno da sempre fatto "numero" nell'elenco iscritti e sono la colonna vertebrale dello sport automobilistico.Mario Battistiol, oggi 70enne, tutto casa ed…officina, nasce a Pre Sant Didier, in provincia di Aosta, nel 1941. Giovanissimo si trasferisce a Palermo e nel 1966 mette su la storica officina "Pa.Ga." di via Giacomo Cusmano. Nel capoluogo siciliano si ambienta benissimo e viene coadiuvato dalla moglie Ada, romana tutto pepe, animata anche lei da grande passione per le auto e per la velocità.Mario e Ada, iniziano a frequentare la pista di karts di "Capo Gallo", situata nella località balneare di Mondello. Le sfide sono interminabili e durano sino a notte fonda, grazie all'impianto d'illuminazione del quale è dotato la pista.Battistiol sfida "piedi pesanti" del calibro di Nino Castro, Giovanni Pedone e Tanino Di Liberti, indimenticabile amico, deceduto durante la "Targa Florio" per auto storiche del 1997, al volante della Lotus Elan. Le sfide continuano sulle piste di Marineo (Pa) e Ganzirri (Me) e sui circuiti cittadini di Capaci, Trapani, Monreale e sullo storico tracciato del "Foro Italico" di Palermo.Il kart si caricava sul portabagli dell'auto, mentre nel cofano della vettura di tutti i giorni, veniva alloggiata l'immancabile "officina volante", indispensabile alle riparazioni durante la gara.Nel 1970, Mario costruisce alcuni telai ed ottiene l'omologazione dalla FIK (Federazione Italiana Karting), ma non fu un'esperianza positiva, in termini commerciali. Infatti, i piloti siciliani, colpiti dalla solita "esterofilia", preferiscono acquistare telai "Tecno" e "Birell", piuttosto che i "Battistiol".A questo punto, il buon Mario, con l'aiuto di un parente romano, li trasporta nella Capitale, li ridipinge di giallo e li mette in vendita: in pochi giorni vengono tutti piazzati! Nel 1971, inizia l'avventura con il "K.250", una piccola "formula" con telaio tubolare e motore Ducati da 250cc con potenze prossime ai 30cv. Il "K. 250" era un mezzo estremamente sensibile alle regolazioni, bastava variare il "camberaggio" o la pressione delle gomme, per far migliorare i tempi sul giro. Battistiol gareggiava con un "Tecno-Ducati" nella categoria "standard", riusciva comunque a piazzarsi spesso, davanti ai più potenti mezzi della categoria "prototipi".Al volante del "K.250" partecipa alle più importanti gare italiane su pista e le vince quasi tutte: da Iesolo a Vallelunga, da Rieti ad Avellino, riuscendo persino ad aggiudicarsi un "Campionato Italiano", battendo Riccardo Patrese, Buratti, Ghergo, Necchi e Martini, destinati a salire nell'olimpo dell'automobilismo mondiale.Nel 1972, Mario Battistiol, passa alla "Formula Fiat 850". Usa un telaio "F.3" alleggerito e partecipa alle cronoscalate siciliane. Di grande risalto, riportato da tutte le Testate specializzate dell'epoca, il 5'19" netto, con il quale si aggiudica la cronoscalata palermitana del Monte Pellegrino.E' il 1973, quando Mario, con l'aiuto del fratello Romeo, si propone nuovamente come costruttore: su meccanica Lancia 1300cc costruisce un prototipo "tubolare" con carrozzeria in vetroresina. La vettura viene dipinta di rosso ed iniziano così i collaudi notturni sul Monte Pellegrino, tra i pali del piazzale antistante lo stadio "La Favorita", sulla provinciale per "Bellolampo" e persino nella centralissima via Sammartino, con fughe spericolate, sino all'officina di via Giacomo Cusmano, all'arrivo della Polizia. Alla "Cobra-Pa.Ga" – così viene battezzato il prototipo – viene in seguito montato, in sostituzione del motore Lancia 1300cc, il più potente Alfa Romeo con cambio "Colotti". Battistiol la ridipinge di azzurro e nel 1974 partecipa alla Trapani – Erice, alla Cefalù – Gibilmanna, alla Avola – Avola antica ed alla Monte Pellegrino, ed in coppia con << Paul Rousseau >> si presenta alla "Targa Florio", replicando nel 1976 la presenza, questa volta coadiuvato da Paolo De Luca.La "Targa Florio" era una gara massacrante e la "Cobra – Pa.Ga", in entrambe le occasioni, cedette nei primi giri. Una di queste vetture (ne furono costruite solo due esemplari) è ancora in possesso di Mario che vive felice ed appagato dei suoi successi e della sua vita avventurosa.   Su gentile concessione di www.dirittinegati.eu

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