La storia del Giro di Sicilia. Florio ed i suoi “amici”

Rosario Lo Cicero

Sport

La storia del Giro di Sicilia. Florio ed i suoi “amici”

18 Gennaio 2016 - 00:00

(Per gentile concessione di dirittinegati.ue) Dalla vulcanica mente del Cavaliere Vincenzo Florio scaturì l'idea di una gara automobilistica che attraversasse gran parte della Sicilia. L'uomo che aveva dato vita alla "Targa Florio" riunì gli amici del "Comitato Panormitan". Erano nobiluomini dell'aristocrazia siciliana: da Gino Airoldi a Lucio Tasca, da Michele Ciuppa a Jacona della Motta, da Don Rodrigo Licata di Baucina a Michele Vannucci e poi ancora Scaletta, De Seta e Cammarata. Le varie amministrazioni comunali interpellate per dare autorizzazione al transito delle vetture da corsa, furono entusiaste dell'idea ed iniziarono così i lavori per riadattare le abbandonate o inesistenti strade siciliane, rendendole degne di ospitare una così grande manifestazione. Il percorso era di ben 965 km, partenza dalla Piazza Politeama di Palermo e poi via di corsa verso Termini Imerese, Cefalù, Messina, Acireale, Catania, Lentini, Siracusa, Avola, Noto, Comiso, Vittoria, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Mazara del Vallo, Marsala, Trapani e arrivo sul rettilineo del Foro Italico di Palermo. Non mancarono comunque le difficoltà e gli ostacoli posti da varie autorità dell'epoca, Vincenzo Florio, sostenuto da alcuni Quotidiani, con in testa il giornale "L'Ora", testata da lui stesso fondata, la spuntò e la gara potè così vedere luce. Alle 7,50 del 25 maggio 1912, la Isotta Fraschini di Conti e Raineri prese il via, da Piazza Politeama, tra un nugolo di appassionati. Seguirono altri 25 concorrenti ed a prendere la partenza lo stesso Vincenzo Florio con la sua Mercedes 60HP. Al suo fianco sedeva l'amico Guido Airoldi, mentre sul sedile posteriore il meccanico di fiducia Clemente Ravetto con il giornalista Nino Sofia. Proprio la Mercedes di Florio inaugurò la serie degli incidenti, della storia del "Giro automobilistico di Sicilia": in prossimità di Melilli, nel superare a forte andatura un dosso, la grossa vettura capottò sbalzando l'equipaggio sul selciato. Nessun danno fisico per i quattro, solo un po' di paura e qualche contusione. L'assale dell'auto risultava piegato e nulla potè fare Clemente Ravetto per ripararlo, dovettero quindi abbandonare la competizione vinta, alla fine, dalla Scat del britannico Cyril Snipe, seguito dalla Lancia di Garetto – Guglielmetti e dalla Fiat di Giordano – Ascona. La seconda edizione dell'11 maggio 1913, vide trentacinque partecipanti, segno evidente di una crescita sportiva e di una risonanza che aveva varcato i confini dell'isola. Scesero in Sicilia piloti del calibro di Sivocci, Bordino, Ceirano e Nazzaro. La lunga gara se l'aggiudicò Nazzaro su "Nazzaro", vettura autocostruita, seguito da Marsiglia su "Aquila italiana" e Gloria su "De Vecchi". Al nono posto della classifica un giovanissimo Pietro Bordino, destinato a divenire uno dei più grandi e temerari piloti di tutti i tempi. Trentaquattro i partecipanti alla terza edizione del 24 maggio 1914, a vincere la Scat di Ceirano, seguito da Gloria su De Vecchi e Lopez su Fiat. La prima lunga interruzione del "Giro automobilistico di Sicilia", concise con lo scoppio del primo conflitto mondiale. Si riprese nel 1928 e l'input per la riprese scaturì sempre dal versatile Cavaliere Vincenzo Florio, coadiuvato dagli organizzatori della mitica "Mille Miglia", uomini di grande spessore umano e sportivo che rispondevano ai nomi di Aymo Maggi, Renzo Castagnetto, Franco Mazzotti con il grande giornalista Giovanni Canestrini. Vincenzo Florio coadiuvato da Beppe Albanese e Giovanni Federico, l'8 maggio del 1928 fa così risorgere il "Giro". Diciassette gli equipaggi al via, partenza dalle tribune di Cerda, un "Giro" quindi del circuito delle Madonie, per poi volare verso Cefalù, Patti, Messina, Giarre, Catania, Siracusa, Avola, Modica, Ragusa, Comiso, Licata, Agrigento, Mazara del Vallo, Marsala, Trapani ed arrivo, come al solito, sul rettifilo del Foro Italico di Palermo. Vince il palermitano Costantino Magistri che venne portato in trionfo, dai tanti appassionati lì accorsi. La sua Alfa Romeo si aggiudicò la gara alla stupefacente media di 63,281 Km/h. Nel 1929 sono ben 36 gli equipaggi che prendono il via: la gara sembra vivere sul duello Magistri-Varzi ma, in prossimità di Catania, quasi simultaneamente sia il "Signore di Galliate" che il palermitano, vennero costretti al ritiro da noie meccaniche che afflissero le loro Alfa Romeo.Alla OM 665S di Rosa – Trombetta la vittoria, che precedette l'identica vettura dell'equipaggio Morandi – Foresti. Al terzo posto l'Alfa Romeo di Natali – Zampieri. (continua)

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