La nuova visione di Altofonte nella tesi di uno studente universitario

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La nuova visione di Altofonte nella tesi di uno studente universitario
Nicolò Di Matteo, che è nato e vive nel comune parchitano, ha presentato il suo nuovo progetto sul recupero delle acque piovane

18 Gennaio 2016 - 00:00

Immaginare Altofonte smart city, ossia una cittadina intelligente. È quello che ha fatto Nicolò Di Matteo, uno studente universitario che nella sua tesi magistrale in architettura dal titolo “Altofonte smart town”, ha pensato un’utopica, ma nello stesso tempo attuabile proposta di rigenerazione urbana, “intesa non come somma di tanti punti di forza che mirano alla valorizzazione e il raggiungimento di un obiettivo – dice Nicolò -, ma bensì stimolo atto a solleticare le scelte degli attori che intervengono nelle città, a pizzicare le corde giuste per una migliore vivibilità che possa fare di un centro minore come quello di Altofonte una realtà urbana appetibile e di sviluppo”. Il concetto di smart viene sempre accoppiato alle grandi città mondiali, difficilmente viene utilizzato ad un piccolo centro urbano come Altofonte. Nicolò, che è nato e vive ad Altofonte, si è soffermato, invece, sul concetto di visione del ciclo dell’acqua. Il comune parchitano, infatti, è famoso nel comprensorio per l’acqua e l’olio. “È stato attenzionato il tema del recupero delle acque piovane e della loro successiva depurazione – dice Nicolò -, avendo lo sguardo nei tanti esempi virtuosi messi in atto in campo internazionale. É stato possibile effettuare delle simulazioni e verificare che il fabbisogno idrico non potabile all´interno delle abitazioni del centro storico di Altofonte potrebbe essere soddisfatto dalle sole acque meteoriche, opportunamente purificate attraverso sistemi di fitodepurazione”. Si tratta di sistemi a bassissimo impatto ambientale che riprendono un antico sistema largamente utilizzato nell´antichità, e che oggi può essere riproposto sia a scala urbana che per una singola unità edilizia. Sistemi che oltre a depurare favoriscono la fertilizzazione naturale e che si presentano come una buona occasione di regimentazione dei suoli che sempre più spesso si presentano in stato di abbandono. Ma nella sua tesi, Nicolò non ha affrontato solo il tema dell’acqua, a livello gestionale, ma questo tema ha permesso di sviluppare sullo sfondo tutta una serie di azioni strategiche (recupero dei monumenti legati all´acqua, valorizzazione dei vecchi canali irrigui storici e sotterranei, promenade lungo le fontane disseminate per la città, aree attrezzate con punti di vista privilegiati sulla Conca d´Oro, risistemazione puntuale della pavimentazione stradale, etc…) che potrebbero fare di Altofonte un´occasione unica nel territorio, in quella che potrebbe diventare la “Città metropolitana di Palermo”. La presentazione della tesi di laurea è stata fatta anche al comune, insieme all’assessore Giuseppe Castellese, i professori dell´università di Palermo Antonella Mamì e Filippo Schilleci e l´architetto Roberto Verga, dottore di ricerca in recupero e fruizione in contesti antichi.

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