La diga "Agghiastro" è realtà, produrrà energia elettrica sfruttando la potenza dell'acqua

Redazione

Palermo

La diga "Agghiastro" è realtà, produrrà energia elettrica sfruttando la potenza dell'acqua
Sarà gestita dall'Amap che cederà a titolo oneroso la corrente all'Enel

18 Gennaio 2016 - 00:00

È partito ieri il progetto “Agghiastro”, così detto per il semplice fatto di trovarsi nell’omonima località, nei pressi di Marineo, lungo l’acquedotto sussidiario “Scanzano-Risalaimi”. Il progetto ha riguardato la realizzazione di una centrale idroelettrica, la più grande in Sicilia non gestita da Enel o da altro Ente pubblico del settore energetico, capace di sfruttare il salto dell’acqua del citato acquedotto per produrre energia elettrica. Nel quadro delle direttive comunitarie per il risparmio energetico ed a sostegno dello sviluppo delle energie rinnovabili, l’Amap aveva predisposto da tempo tale progetto per lo sfruttamento energetico del “salto” esistente sull’acquedotto in questione. Progetto che, pur essendo stato approvato e realizzato, aveva trovato subito alcuni intoppi burocratici per le autorizzazioni al suo effettivo funzionamento. Tanto che c’è stato bisogno di un’ulteriore messa a punto in ordine alle ultime normative del settore energetico. “Un plauso – precisa il direttore dell’Amap Giuseppe Ragonese – va alle maestranze interne a cui si è dovuto far seguire un corso di specializzazione, nei tempi e nei modi compatibili con l’attività principale dell’azienda, e che ora hanno assicurato l’avvio della gestione della Centrale”. “Questo impianto, assieme alle altre iniziative già operate e quelle ancora in cantiere – dice il presidente Maria Prestigiacomo – rappresenta un’altra conquista della nostra azienda nella ricerca del risparmio energetico perché ci consentirà di abbassare in parte i costi gestionali dei nostri impianti attraverso la cessione a titolo oneroso di energia elettrica all’ente distributore, cioè l’Enel”. L’impianto, il cui importo dei lavori è stato pari ad 1,5 milioni di euro, è costituito da due gruppi di “turbina-generatore asincrono” di tipo Pelton ad asse orizzontale, la cui scelta è stata condizionata dalla elevata variazione delle portate d’acqua dovute soprattutto alla programmazione dei prelievi dagli invasi di tipo “stagionale”. In altre parole, esso sfrutta il salto di acqua che dagli invasi arriva al potabilizzatore Risalaimi, che al netto è di circa 240 metri, con una portata massima di 1 metro cubo al secondo e, rispetto alla potenza elettrica istallata di 1.150 kw per singola turbina, avrà una produzione annua media di 7 milioni di kwh. (Foto archivio)

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