Il singolare ritrovamento de "La Negresse verse 1850" di Camille Pissarro

Rosario Lo Cicero

Palermo

Il singolare ritrovamento de "La Negresse verse 1850" di Camille Pissarro
Il giornalista Vincenzo Prestigiacomo, racconta il casuale e fortuito ritrovamento di un antico dipinto dell'artista morto nel 1903

18 Gennaio 2016 - 00:00

Una storia singolare ed appassionante, della quale è principale protagonista lo scrittore e giornalista Vincenzo Prestigiacomo, collaboratore della redazione palermitana del quotidiano catanese “La Sicilia”. Nel pomeriggio di ieri, abbiamo ricevuto la solita cortese telefonata dell’amico e collega Vincenzo, il quale ci invitava ad essere presenti, alle 16.30 di ieri, venerdì 3 aprile, alla Galleria d'Arte Moderna di Palermo. Non abbiamo resistito e siamo stati, ancora una volta presenti, ad una manifestazione intrigante quanto inattesa. Grazie al bravo Scrittore-Giornalista, abbiamo “incontrato” niente meno che, Camille Pissarro, pittore nato a Charlotte Amalie, allora Antille danesi, il 10 luglio del 1830 e morto a Parigi, il 13 novembre 1903. E’ la stessa voce roca, poiché reduce da uno stato influenzale, del nostro Prestigiacomo a raccontare ad una nutrita platea di amici, appassionati d’arte, pittori, critici d’arte e curiosi, la vicenda "in un pomeriggio del 2014, mentre sono intento a completare uno dei miei articoli, squilla il telefono e dall’altro capo una voce, mi dice:  “ho acquistato un dipinto alla fiera dell’antiquariato di Parma, vieni a vederlo e non dimenticare di portare gli occhiali”. Mi precipito, ben conoscendo la serietà dell’amico che chiameremo P. e, nonostante la pioggia battente, vado sino a casa sua. A miei occhi – continua Vincenzo – si presenta un dipinto di cm 45 x 35 su cartoncino, le tonalità sono sul verde-rosso e le tre donne nude, splendono di un incarnato rosato". Vincenzo, preso quasi da una sorte di sindrome di Stendhal, racconta, alla presenza divertita, quanto attenta, della direttrice della GAM Antonella Purpura, "lo guardo, lo accarezzo, lo annuso e mi rivengono in mente i miei fortunati incontri torinesi, con uno degli uomini più raffinati che l’Italia ricordi: Gianni Agnelli. Lui – continua Vincenzo – aveva una straordinaria collezione di opere d’arte ed io, allora più giovane, mi aggiravo tra queste e così, la stessa sensazione mi assalì quando trovandomi al cospetto di questo dipinto. Venni preso dalla stessa emozione, dagli stessi odori, una forma di interazione strana ma positiva che mi fece subito comprendere di trovarmi dinnanzi a qualcosa d’interessante". Prestigiacomo continua nel suo racconto, mentre la platea assiste silente e interessata. Alla sua destra il misterioso dipinto coperto da un drappo, alla sua sinistra, un’altro piccolo cavalletto che chissà cosa nasconde, "di quel dipinto non mi piaceva la cornice e così – ci dice il Giornalista palermitano – stacco il cartoncino retrostante e tiro fuori l’opera ma noto, in quel logoro cartoncino, quella che sembra essere la paternità dell’opera “La Negresse verse 1850” di Camille Pissarro, in basso a destra la certificazione del figlio, Paulemile Pissarro ed il suo indirizzo “14 rue Damremont – Paris”. Ovviamente – conclude Prestigiacomo – resto basito ed emozionato e chiedo a “P” quanto lo avesse acquistato: 400 euro, risponde lui".  L’opera è stata quindi sottoposta ad un approfondito studio scientifico, eseguito a cura della “ST Art” che ha esaminato i pigmenti, le fluorescenze all’ultravioletto ed eseguito un esame ai raggi X che confermano la datazione dell’opera, intorno, appunto, al 1850. Sembra quindi trattarsi di una autentica opera giovanile di Camille Pissarro e ne da conferma anche il noto e stimato restauratore di opere d’arte, Franco Fazzio, anche lui visibilmente emozionato alla presentazione dell’opera.  Ha concluso gli interventi il notaio Sergio Trippodo che cura gli aspetti legati alla proprietà dell’opera ed il quale ha sottolineato che, il citato proprietario, dallo stesso Giornalista chiamato “P.”, si dichiara pronto a far esaminare il dipinto da altri eventuali soggetti scientifici interessati all’approfondimento, volto a convalidare maggiormente la validità e la veridicità dell’opera in oggetto. Concludiamo immaginando che potremmo essere stati tra i fortunati presenti ad una “prima” destinata, in qualche modo, a segnare la Storia dell’Arte.

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