I Carabinieri arrestano un latitante rumeno

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I Carabinieri arrestano un latitante rumeno
"Beccato" in compagnia di un amico a bordo di un´auto rubata all´uscita autostradale di Tremonzelli. A bordo, i due avevano oggetti utili allo scasso

18 Gennaio 2016 - 00:00

I Carabinieri della Compagnia di Petralia Sottana durante i servizi predisposti per il “ferragosto sicuro” hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria Ionut Lacatus, classe 1990 e Constantin Duman, classe 1993, entrambi  nati in Romania, pregiudicati e residenti a Catania. Erano da poco passate le ore 23 del 15 agosto quando in localià Tremonzelli, proprio all’uscita dell’autostrada Palermo-Catania, i militari impegnati in un posto di controllo intimavano l’alt ad un’auto che stava sopraggiungendo. La vettura alla vista della paletta rallentava immediatamente la corsa e cercava con una manovra di tornare indietro, ma veniva immediatamente bloccata dai Carabinieri. A bordo della vettura c’erano due giovani rumeni che visibilmente nervosi non davano giustificazioni idonee per la manovra azzardata ed ancora destava sospetto l’assenza di qualsivoglia documento di identificazione. Fatti gli accertamenti sul numero di targa del veicolo, si appurava che la vettura risultava essere rubata lo scorso maggio nel comune catanese di Belpasso ed inoltre, a seguito delle perquisizioni personali e veicolare, i Carabinieri rinvenivamo tra i sedili anteriori della stessa un taglierino di 15 cm e nel vano bagagli un passamontagna, una tronchesa, una felpa con cappuccio e vari arnesi utili allo scasso. Pertanto i due rumeni venivano sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per i reati di ricettazione, possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli e per porto di armi od oggetti atti ad offendere. Ma le sorprese non finivano qui, infatti i due rumeni privi di documenti identificativi, venivano sottoposti a rilievi dattiloscopici al fine di accertare la loro identità. E mentre i dati venivano confermati per Duman, si accertava che Lacatus si era presentato con nome e cognome non corrispondenti al vero e pertanto veniva tratto in arresto in flagranza di reato per aver fornito false generalità. Inoltre lo stesso era ricercato dal maggio 2013 per un’ordinanza di aggravamento del regime cautelare emesso dal Tribunale di Termini Imerese per cui si era reso volontariamente irreperibile dopo una evasione dagli arresti domiciliari ai quali era sottoposto a Catania. Dopo le formalità di rito i due giovani  sono stati tradotti presso la casa circondariale Cavallacci di Termini Imerese a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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