Gli “angeli” dei boschi di Monreale: “I piromani? Noi li becchiamo, solo che…”

Redazione

Cronaca

Gli “angeli” dei boschi di Monreale: “I piromani? Noi li becchiamo, solo che…”
Una visita alla caserma della Forestale di San Martino delle Scale

18 Gennaio 2016 - 00:00

Una visita quasi dovuta quella al distaccamento del corpo Forestale che si trova a San Martino delle Scale, la frazione montana di Monreale. Qui ci sono gli “angeli custodi” dei boschi che circondano la cittadina normanna. A comandare la “micro-caserma”, c’è Giovanni Romeo. “Una stagione di incendi cominciati con numero in netto calo – dice -, nonostante questi giorni di fuoco ci avevano un po’ messi in allerta”. A San Martino delle Scale ci sono 5 ispettori ed un manipolo di operai che svolgono tantissimi lavori. Ci sono anche mezzi di soccorso importanti, come due autobotti, pronte ad intervenire in caso di necessità. “Siamo operativi tutto l’anno, sette giorni su sette, giorno e notte – dice il comandante Romeo -. Siamo in un territorio sensibile e delicatissimo e non possiamo farci trovare impreparati”. La minaccia degli incendi è sempre presente: “Non ditemi che credete ancora alla storia dell’autocombustione – dice Romeo – Un fenomeno rarissimo che, quasi sempre, comunque, è determinato dalla mano dell’uomo, che abbandona vetro o altri oggetti che riscaldandosi, poi, prendono fuoco e determinano un incendio”. A creare gli incendi, dunque, nella quasi totalità dei casi, c’è la mano dell’uomo. “Li chiamano piromani, non si è ancora capito cosa li spinga a creare un incendio – dice Romeo -. Siamo sicuri di una cosa, però. Loro sono lì con noi quando interveniamo, a godersi lo spettacolo”. La legge parla chiaro: i piromani, se arrestati, vanno condannati ad una pena che va dagli otto ai dieci anni. Ma quasi sempre non è così. “Semi infermità mentale, cavilli vari – dice Romeo – sono subito fuori oppure in libertà vigilata. Un ultimo caso, un tizio condannato ad un anno e mezzo con pena sospesa”. Insomma la vita di un bosco, che impiega centinaia di anni a diventare bosco vero e proprio, non vale quasi nulla. “Ormai credo che siano superati gli interessi economici – spiega Romeo – perché in un bosco bruciato non potrà lavorare nessuno per 10 anni almeno. Così come sui terreni percorsi da incendi non si potrà costruire nulla per almeno un decennio. E noi, attraverso un sistema computerizzato, comunichiamo quasi in tempo reale dove si è sviluppato un incendio. Così, chi vuole una concessione edilizia, deve prima verificare che quel terreno non è stato percorso da incendi. E le amministrazioni comunali sono sempre aggiornate grazie al nostro sistema”. I piromani oggi agiscono con vari metodi: “Dai più classici, a quelli più fantasiosi, come una freccia infuocata scagliata nel bosco, un povero micio imbevuto di sostanza infiammabile e liberato nel bosco, lenti a contatto abbandonate nei punti più secchi o esche incendiarie”. Il problema è coglierli sul fatto e non è facile: “Pattugliamo il territorio giorno e notte e spesso lo facciamo in borghese – dice Romeo -. Qui a Monreale stiamo dando la caccia a dei piromani. E li stiamo braccando. Hanno ormai il nostro fiato sul collo. Li prenderemo”. Se per caso avvistate del fumo, il numero da comporre è il 1515. Date le informazioni sommarie per arrivare sul posto. Un minuto in più può salvare la vita di un bosco. 

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