Fondi destinati ai disabili per acquistare beni privati, l'Aias nel mirino della Guardia di Finanza

Redazione

Palermo

Fondi destinati ai disabili per acquistare beni privati, l'Aias nel mirino della Guardia di Finanza
Le indagini coinvolgerebbero il presidente Giorgio Di Rosa ed il figlio

18 Gennaio 2016 - 00:00

Nell’ambito di un’articolata attività d’indagine delegata dalla locale Procura della Repubblica, i finanzieri del Gruppo di Palermo hanno scoperto che, solo negli ultimi cinque anni, il presidente della Sezione di Palermo dell’Associazione Italiana Assistenza agli Spastici, Giorgio Di Rosa, ha utilizzato per fini personali e con la complicità del figlio, circa 600 mila euro di finanziamenti pubblici. L’Aias è una Onlus sorta nel 1954 e dedita all’assistenza di persone portatrici di handicap o disabili, nonché delle loro famiglie. Per svolgere questa meritoria attività riceve finanziamenti pubblici, che, nel caso di Palermo, vengono erogati dall’Asp 6 e ammontano a circa 5 milioni di euro per anno. Le Fiamme Gialle palermitane hanno accertato che le somme distratte sono state utilizzate dagli indagati per sostenere le spese di viaggio dalle rispettive abitazioni, site a Modica, fino alla sede dell’associazione nel capoluogo, nonché per pagare parcelle a difensori di fiducia nominati in altro procedimento penale a carico, ovvero per soggiorni in hotel a Palermo, sia degli stessi indagati che di familiari e amici. Non solo, ma gli indagati hanno tratto in inganno il Consiglio di Amministrazione dell’Associazione con riferimento ad un’auto di servizio che, immatricolata da un solo anno, è stata “fatta passare” come economicamente non conveniente perché necessitava di continui interventi di assistenza e manutenzione. Ciò ha determinato l’esigenza di procedere all’acquisto di una nuova macchina da parte dell’Aias mentre quella “vecchia” è stata poi comprata dal presidente, ovviamente ad un prezzo più basso, e intestata al figlio. A tutela dell’immagine e del valore sociale conquistato nel tempo dall’Aias, in attesa delle evoluzioni del contesto, la Direzione Centrale di Roma ha commissariato la sezione di Palermo unitamente a quella di Bagheria che, se pur non ancora operativa, era presieduta dal figlio di Di Rosa.

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