Erano gestiti dalla mafia, la Dia sequestra i negozi Bagagli

Redazione

Palermo

Erano gestiti dalla mafia, la Dia sequestra i negozi Bagagli
Sigilli ai punti vendita di Palermo, Catania e Bagheria, oltre a sequestri a due persone di appartamenti, magazzini, terreni, auto, moto ed una barca per il valore di 16 milioni di euro a

18 Gennaio 2016 - 00:00

Nel quadro delle attività istituzionali tese all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali, la Dia di Palermo ha sequestrato beni il cui valore ammonta ad oltre 16 milioni di  euro. Il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione –(Presidente Silvana Saguto), accogliendo appieno la proposta avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo  (Procuratore aggiunto Vittorio Teresi e sostituto procuratore Dario Scaletta),  per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale  nei confronti di Filippo Giardina, classe 53 e Salvatore Milano, classe 53 con il provvedimento che ha disposto il sequestro della totalità delle quote sociali e dei beni aziendali della società “Bagagli srl”, con sede a Palermo, leader nel settore vendita di articoli “griffati” di pelle, scarpe, abbigliamento, accessori di abbigliamento, valigeria ed altro, con lussuosi punti vendita nel capoluogo siciliano, in provincia ed a Catania. La locale Procura della Repubblica, in completa sinergia con la Dia di Palermo, ha condiviso l’esito delle risultanze info-investigative prodotte che hanno messo in risalto sia le personalità di Milano e di Giardina che l’aspetto patrimoniale dell’attività commerciale. Salvatore Milano è uomo “d’onore” storico della “famiglia di Palermo Centro”, già destinatario di condanne definitive per associazione mafiosa e di misure di prevenzione personali, al momento detenuto, agli arresti domiciliari, presso la propria abitazione. Filippo Giardina è da considerarsi soggetto socialmente pericoloso, in relazione alla sua “vicinanza” ad alcuni affiliati all’associazione mafiosa, ed in particolare a Milano, per conto del quale si è intestato fittiziamente quote di alcune attività commerciali di pregio operanti in Palermo, ma di fatto di proprietà dell’associazione mafiosa, ottenendo illeciti vantaggi economici nella gestione e nella conduzione delle stesse attività. Sulla responsabilità e sulla pericolosità sociale di Giardina, la Procura della Repubblica ha tenuto conto anche delle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, che hanno delineato la sua figura ed il suo ruolo di prestanome nel rapporto con Milano, ma anche dopo l’analisi della documentazione sequestrata al momento dell’arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo e nei “pizzini”, i cui riscontri hanno avuto ad oggetto l’attività commerciale “Bagagli” e la sua riconducibilità, oltre che a Giardina a Milano. Nell’odierno provvedimento la Dia è riuscita ad evidenziare la sperequazione tra il valore dei redditi dichiarati dal proposto  (e dai suoi familiari) ed il patrimonio dagli stessi acquisito. Importante è stato, altresì, l’attività della Dia volta a dimostrare l’esistenza di accordi, intrapresi dai formali intestatari dell’attività commerciale denominata “Bagagli”, con taluni soggetti in grado di subentrare, formalmente, nell’amministrazione nonché nella compagine societaria  della citata attività commerciale e di eventuali altre società alla stessa riconducibili, al fine di eludere eventuali provvedimenti magistratuali in materia di misure di prevenzioni patrimoniale eventualmente emessi nei confronti di Salvatore Milano. Il Provvedimento ablativo del Tribunale di Palermo Sezione MP ha disposto, pertanto, il sequestro delle quote e del complesso dei beni aziendali della società Bagagli srl e Bagagli sas,  con sede a Palermo e delle lussuose unità locali site in Via Libertà, in Via XX Settembre, in Via Messina, in Via Mariano Stabile, in Viale Strasburgo ed in Via Roma; a Catania in corso Italia ed a Bagheria in Corso Umberto I; di 44 beni immobili tra appartamenti, magazzini e terreni; di una rivendita di tabacchi, di due autoveicoli, di una moto di grossa cilindrata, di 26 rapporti bancari e di una imbarcazione di circa 20 metri di lunghezza. Tutto per un valore di oltre 16 milioni di euro.

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