Castellammare, denuncia i suoi estorsori, tre in manette

Annalisa Ferrante

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Castellammare, denuncia i suoi estorsori, tre in manette

18 Gennaio 2016 - 00:00

A Castellammare del Golfo, cittadina ad altissima densità mafiosa, un esempio che ha precedenti rari: Gregorio Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani e titolare della “Agesp”, grande ed avviata ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, ha denunciato i suo estorsori. Stamattina sono stati arrestati in due; Gaspare Mulè, 47 anni, operaio, già sorvegliato speciale così come l’altro arrestato, Fausto Pennolino, 51 anni, ristoratore. Provvedimento notificato nel carcere di Sulmona, dove è detenuto, all’odontotecnico Mariano Asaro (“u dentista”), 57 anni.  I tre sono accusati dei reati di “estorsione e tentata estorsione aggravate dalla modalità mafiosa”. Gregorio Bongiorno ha subìto per anni le richieste estorsive di diversi esponenti della famiglia mafiosa di Castellammare,  ma ad agosto ha deciso di denunciare i tre castellammaresi che, dal 2005 e sino a pochi giorni fa, pretendevano il periodico versamento di denaro che serviva a soddisfare i bisogni di Cosa nostra.  A dicembre del 2005 Gregorio Bongiorno era stato costretto a versare 10 mila euro a Gaspare Mulè, che sosteneva che la madre dell’imprenditore, Girolama Ancona, adesso deceduta, non aveva pagato precedenti richieste di pizzo. La donna, spiegano gli inquirenti, aveva denunciato le estorsioni subìte “all’inizio degli anni 2000, fatti per cui è stato condannato il noto mafioso di Castellammare, Mariano Saracino”.  Il padre di Gregorio, Vincenzo Bongiorno,  fondatore dell’agesp nel 1971, fu ucciso nel 1989 a Castellammare. Bongiorno ha raccontato di essere stato avvicinato da Fausto Pennolino, a Pasqua del 2007. Pennolino lo aveva accompagnato, secondo il racconto dell’imprenditore, da Mariano Asaro. “U dentista” gli aveva chiesto altro denaro e Bongiorno era stato costrerro a pagare cinquemila euro. I tre erano stati poi arrestati nell’operazione “Beton” e condannati “per il loro organico inserimento nell’associazione mafiosa cosa nostra”. La sentenza rileva che  Mariano Asaro “già coinvolto nelle indagini sull’attentato al giudice Carlo Palermo in cui furono uccise una giovane donna e due piccoli figli, già precedentemente condannato alla pena di anni 8 e mesi 4 di reclusione perché ritenuto uomo d’onore appartenente sin dal 1982 sia a cosa nostra siciliana sia a quella americana”,  ha poi rivestito per 10 anni (dal 1995 al 2005) il ruolo di reggente della famiglia mafiosa di Castellammare. Asaro è stato condannato a 15 anni di reclusione (conferma in Appello) “per aver pianificato, concordato e organizzato, unitamente ad altri soggetti tra cui Francesco Pace – spiegano gli inquirenti- reggente del mandamento mafioso di Trapani, l’attività delittuosa della famiglia di Castellammare. Anche  Gaspare Maurizio Mulè e Fausto Pennolino furono condannati nel 2009: “tra il 2005 e il 2008 erano a disposizione della famiglia mafiosa di Castellammare e del suo reggente Mariano Asaro, partecipando attivamente alle fasi deliberative e organizzative di atti delittuosi finalizzati al perseguimento degli scopi dell’organizzazione criminale”.  Essendo in carcere non aveano richiesto altro denaro a Bongiorno, ma nei primi giorni di agosto di quest’anno, Gaspare Mulè, scarcerato a gennaio per aver scontato la pena, era tornato a chiedere le “quote” a Gregorio Bongiorno, con addirittura gli “arretrati” per un totale di 60 mila euro (10mila euro all’anno, dalla Pasqua del 2007 all’agosto 2013). Ma Gregorio Bongiorno ha deciso di denunciarli. Gli arresti, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, sono del personale della sezione criminalità organizzata della squadra mobile, con gli uomini dei commissariati di Alcamo e Castellammare.   

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