Carte false per ricevere fondi europei, sequestro da 24 milioni

Redazione

Palermo

Carte false per ricevere fondi europei, sequestro da 24 milioni

18 Gennaio 2016 - 00:00

A seguito di prolungate e complesse indagini svolte sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Palermo, la Guardia di Finanza di Palermo, ha sequestrato un’azienda, quote societarie, beni immobili e disponibilità bancarie del valore di circa 24 milioni di euro, nella disponibilità di un imprenditore palermitano di 45 anni accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione Europea, malversazione, falso e fittizio aumento di capitale sociale. Si tratta della Rps Consulting Srl e del suo legale rappresenntante Antonio Fabbrizio, che si occupa della realizzazione di impianti ad energia solare od energia alternativa. Le indagini, eseguite congiuntamente dal Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia tributaria e dal Gruppo dellaGuardia di Finanza di Palermo, hanno riguardato ingenti contributi pubblici, di provenienza sia nazionale, sia comunitaria, ammontanti nel complesso a 5 milioni di euro, di cui 1 già erogato, nel quadro del “Bando Industria 2015 – settore Innovazione Industriale – Efficienza Energetica”, destinati alla realizzazione e alla messa in opera di un impianto per la produzione di biocombustibili utilizzando gli scarti della lavorazione del legno ed i rifiuti organici provenienti dal comparto industriale e agroalimentare. Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle è emerso che il Legale Rappresentante della società, avvalendosi di documentazione ideologicamente falsa, aveva certificato il possesso di competenze tecnico-scientifiche in realtà inesistenti e dei requisiti economici e finanziari prescritti per l’ammissibilità a finanziamento della domanda di contributo.  Per il primo aspetto la società, al fine di indurre in errore i funzionari/consulenti del competente Ministero incaricati di valutare la domanda di agevolazioni pubbliche, ha falsamente comunicato l’avvio del processo di acquisizione del know-how e del management tecnico di altra società, inviando, a tale scopo, i curricula vitae del personale che avrebbe assunto. Al riguardo, è emerso che i documenti riguardanti alcuni degli ingegneri di cui la società aveva comunicato la prossima assunzione per dar corso alla realizzazione del progetto erano stati inoltrati all’insaputa degli stessi interessati, i quali, sentiti in atti, hanno disconosciuto la firma apposta sui curricula trasmessi al Ministero, aggiungendo di essere all’oscuro dell’iniziativa. Le indagini bancarie svolte dalla Guardia di Finanza hanno poi evidenziato altre condotte di falso del responsabile della società, finalizzate a dimostrare artificiosamente il possesso dei requisiti finanziari necessari alla realizzazione del programma di ricerca, fra cui, principalmente, l’aumento di capitale sociale in misura idonea a garantire la gestione economica del programma di investimento oggetto di pubblica contribuzione. È stato infatti riscontrato che il rappresentante della società non aveva apportato capitali propri, ma aveva in realtà effettuato artificiose operazioni sul conto corrente personale e su quello della società al solo fine di procurarsi la documentazione bancaria (assegni e contabili bancarie) per attestare un apporto di capitale proprio in realtà mai avvenuto, per di più documentato da falsi verbali di aumento di capitale sociale e da altra documentazione non veritiera. Sono state in particolare accertate operazioni bancarie di prelevamento dai conti personali del rappresentante di importi poco dopo versati sui conti della società e poi, di nuovo, rientrati su conti personali del rappresentante stesso. Ancora i controlli sulle movimentazioni bancarie della società hanno permesso alle Fiamme Gialle di dimostrare che l’indagato, dopo avere illecitamente ottenuto l’anticipazione di oltre 1 milione euro per la realizzazione del programma oggetto del finanziamento, aveva in realtà dirottato parte di tale somma su conti correnti personali, mentre la parte restante per il pagamento di spese della società che però nulla avevano a che vedere con la realizzazione dell’iniziativa oggetto di pubblica sovvenzione. La Procuradella Repubblica di Palermo, sulla base delle risultanze delle indagini della Guardia di Finanza, ha quindi sequestrato in via d’urgenza i beni e le disponibilità finanziarie dell’indagato per un valore corrispondente al finanziamento indebitamente percepito, nonché, al fine di impedire l’aggravamento del reato e il protrarsi delle sue conseguenze, l’intero complesso aziendale, del valore di oltre 22 milioni di euro e le relative quote societarie, del valore di oltre 200 mila euro.  Condividendo appieno le risultanze delle indagini eseguite, il Gip ha da ultimo convalidato il decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dai Pubblici Ministeri titolari delle indagini. Ecco i beni sequestrati alla RPS Consulting Srl ed al suo legale rappresentante Antonio Fabbrizio un immobile di 7,5 vani sito in una località turistica della provincia di Palermo, del valore commerciale stimato in euro 300.000; quote societarie del valore nominale di euro 205.000; l’azienda RPS CONSULTING SRL, il cui valore – calcolato sulla base dei dati di bilancio – ammonta ad oltre 22 milioni di euro; disponibilità finanziarie riconducibili al Fabbrizio per un valore pari a euro 263.257,24.

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