Cani randagi, "una vergogna per molti siciliani e soprattutto per Crocetta"

Redazione

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Cani randagi, "una vergogna per molti siciliani e soprattutto per Crocetta"
Duro attacco di Michela Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali

18 Gennaio 2016 - 00:00

"Una vergogna per molti Comuni siciliani, ma soprattutto per il governatore Crocetta". Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, prende spunto dalle frequentissime segnalazioni che le arrivano sulla sua frequentata pagina personale di Facebook (da ultimo la foto di un cane morto soffocato, con la testa infilata in un sacco nero da rifiuti e le zampe anteriori legate a Monreale, inviata dal nostro collaboratore ed iscritto all’Una Rosario Lo Cicero, ndr),per richiamare alle proprie responsabilità gli amministratori di tutti i centri siciliani dove dilagano randagismo e violenza contro creature innocenti, le Asp (Aziende sanitarie provinciali) e la Regione. Dai cani avvelenati all'Ikea di Catania, ai bocconi letali sul lungomare di Avola, al cane murato vivo a Caltanissetta, ai randagi a rischio di sfratto nei capoluoghi dell'isola, a quelli di Palermo sballottati lungo lo Stivale, ai centinaia di altri casi che finiscono, se va bene, su internet ma non sulle pagine dei giornali: "Moltissimi Comuni siciliani – sottolinea l'ex ministro – si sono trasformati in un vero e proprio inferno per gli animali, nonostante l'autonomia e le risorse di cui dispone la Regione. Eppure le leggi, nazionali e regionali, specificano chiaramente quali sono i compiti dei Comuni, della Aziende sanitarie e della Regione stessa. I sindaci si rassegnino: spetta a loro catturare i cani vaganti e farli sterilizzare, in collaborazione con le Asp, spetta a loro affidarli ai rifugi sanitari pubblici o convenzionati, costruire o risanare rifugi. Le forze dell'ordine si attivino per individuare e punire chi avvelena gli animali, mettendo in pericolo anche la salute pubblica. La Regione, infine, dovrebbe garantire le risorse necessarie e impegnarsi in un'intensa ed efficace campagna a favore della sterilizzazione e delle adozioni. Il peso delle altrui inadempienze e della crisi economica non può essere scaricato sulle onlus che gestiscono canili o gattili in convenzione, spesso senza vedere un euro perché l'amministrazione pubblica è morosa. Il governatore la smetta di girarsi dall'altra parte e si assuma tutte le sue responsabilità: si muova per evitare che l'immagine di una delle più belle regioni italiane sia definitivamente compromessa sulla rete e sulla stampa internazionale e la Sicilia sia nota, specialmente tra i potenziali turisti del nord Europa, come la regione dove si massacrano i cani”. Poi un invito ai siciliani che amano gli animali: “Li invito ad aderire a questa nostra formale presa di posizione, cominciando dalla tante associazioni che operano nella regione, tra mille difficoltà. Non si deve e non si può più tollerare l'intollerabile. Le istituzioni devono dare una risposta”.

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