Bruciano le auto di un carabiniere per vendetta, arrestati

Redazione

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Bruciano le auto di un carabiniere per vendetta, arrestati
Per vendicarsi di una contravvenzione, aveva promesso denaro a due uomini per dare fuoco alle vettre del militare in servizio a Godrano ma residente a Villafrati

18 Gennaio 2016 - 00:00

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Misilmeri unitamente ai militari delle Stazioni di Bolognetta, Godrano e Villafrati hanno tratto in arresto, nel corso della notte,  tre malviventi responsabili dell’atto intimidatorio nei confronti di un Appuntato dei Carabinieri, in forza alla Stazione Carabinieri di Godrano e residente nel comune di Villafrati. Al termine del concerto del Primo maggio che si è svolto a Bolognetta, luogo ove erano stati impiegati per svolgere il servizio di ordine pubblico, verso l’una e trenta di notte, i militari della Compagnia di Misilmeri ricevevano in diretta la notizia dell’incendio delle auto del collega. La comunicazione di allarme, effettuata da alcuni passanti  alla Centrale Operativa dei Carabinieri, segnalava la presenza di fiamme all’interno delle due autovetture: una Alfa Romeo 159 ed una Lancia Y. Nell’immediato venivano repertate le tracce lasciate dai malviventi sulla scena del crimine, visionate ed estrapolate le immagini di videosorveglianza,  nonché attivato un piano di ricerche di veicoli sospetti sul territorio dei comuni di Villafrati e Godrano. Dalla visione delle immagini si evinceva che i responsabili del vile atto intimidatorio viaggiavano a bordo di una Fiat Punto di colore bianco che era stata appena fermata per un controllo. In particolare, il video mostrava la Fiat Punto fermarsi poco distante dal luogo, ove da lì a poco sarebbe scoppiato l’incendio e, dalla stessa, scendere con fare sospetto, un soggetto di sesso maschile. Dopo qualche secondo, sempre dalla visione delle immagini, si notava una grande fiammata e l’uomo tornare di gran corsa a bordo dell’autovettura che si dirigeva precipitosamente in direzione piazza S. Giuseppe. I soggetti fermati, si identificavano in Rosario Vitellaro, nato a Palermo, classe 1990 ed in Dino Salvato, nato a Palermo, classe 1988, entrambi con precedenti per reati contro la persona ed il patrimonio. La loro identificazione è stata consentita sia in relazione al veicolo sul quale erano a bordo che al loro abbigliamento coincidente con quello mostrato nelle videoriprese e ancora impregnati da un forte odore di benzina.Condotti in caserma per approfondire il controllo, si appurava che Salvato aveva avuto, attraverso il cellulare, contatti con Damiano Vella, nato a Palermo, classe 1982. In particolare la presenza di alcuni sms sospetti, trasmessi immediatamente prima e dopo l’esecuzione del misfatto, lasciavano facilmente intuire che Vella potesse essere l’effettivo mandante dell’incendio delle due autovetture. Il puzzle cominciava a comporsi, inviate le gazzelle dell’Aliquota Radiomobile a rintracciare Vella per il suo successivo accompagnamento in caserma al fine di chiarire la sua posizione, Vitellaro, vistosi smascherato dalle immagini che nel frattempo gli erano state mostrate, crollava confessando di aver commesso il crimine assieme al suo complice, Salvato. Anche Vella, giunto in caserma a Villafrati, non poteva che confermare quanto scoperto dagli investigatori e cioè che l’atto intimidatorio era stato da lui commissionato dietro la promessa di denaro per vendicarsi di una contravvenzione al codice della strada. Dalle spontanee dichiarazioni di Vella, emergeva anche la presenza di un altro mandante, identificato in G. G. nato a Palermo, classe 1985 e colpito da Daspo su proposta della Stazione Carabinieri di Godrano nel 2012 che è stato denunciato in stato di libertà.

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