Birmania, vale 20 miliardi di dollari il mercato nero della Giada

Rosangela Scimeca

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Birmania, vale 20 miliardi di dollari il mercato nero della Giada
Regolarmente intascati da una rete di finanzieri, militari e criminali che controllano l’economia

18 Gennaio 2016 - 00:00

La giada è una pietra dura mineralogicamente appartenente ai silicati. Spesso presenta un tono verde/verdastro per effetto della presenza del cromo. Il nome giada deriva dallo spagnolo ‘pedra de la hijada’, ossia pietra dei fianchi, dato il suo presunto potere benefico sui lombi e sui reni, e risale al tempo della conquista spagnola dell'America Centrale, dove questa pietra era molto apprezzata e lavorata finemente”. Così Wikipedia parla della giada, tralasciando il ghiotto dettaglio del grosso giro di denaro che ruota attorno a questa pietra: più di 30 miliardi di dollari l’anno. Ebbene sì, il commercio della giada, in Birmania, frutta decine di miliardi all’anno. Solo una parte, però, finisce nelle casse dello Stato. Il resto, infatti, va ad alimentare l’economia illegale. Secondo un rapporto pubblicato da Global witness, un’organizzazione britannica che si occupa di diritti umani e lotta alla corruzione, i dollari provenienti dal commercio della giada estratta in Birmania sono regolarmente intascati da una rete di finanzieri, militari e criminali che da tempo controllano l’economia, in particolare quella sommersa. Continua a leggere il post al link del blog La Straniera (Fonti: Internazionale, n.1130-anno 23, pag. 24, Francis Wade / Wikipedia /ilpost.it  Ye Aung Thu/AFP/Getty Images / patrickvoillot.com / lettera43.it)

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