Arrestati i vertici della Tecnis. Cantieri a rischio a Palermo

Redazione

Palermo

Arrestati i vertici della Tecnis. Cantieri a rischio a Palermo
Operazione della Guardia di Finanza chiamata “Dama nera”

18 Gennaio 2016 - 00:00

Sono finiti in manette Concetto Albino Bosco Lo Giudice e Francesco Domenico Costanzo, detto Mimmo, entrambi ai vertici della società Tecnis, due delle dieci persone arrestate nella vasta operazione intitolata “Dama Nera", condotta dal Nucleo di polizia tributaria e dal Gico della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura di Roma che pone una serie di interrogativi riguardo ai cantieri presenti a Palermo e in provincia. La Tecnis è infatti impegnata in due cantieri a Palermo. Il primo riguarda il primo stralcio dell’anello ferroviario, da Giachery al Politeama, per un importo di 154 milioni di euro. I lavori furono appaltati nel 2007, ma sono cominciati solo un anno fa a causa di un contenzioso che vide di fronte Tecnis e Salini, seconda classificata nella gara. In un primo tempo fu ammesso il ricorso e la Salini si aggiudicò l’appalto, ma poi una sentenza del Consiglio di Stato rimise in carreggiata la Tecnis. L’altro appalto riguarda il disinquinamento della fascia costiera dall’Acquasanta al fiume Oreto. E’ prevista l’eliminazione degli scarichi nel porto commerciale e l’adduzione delle acque al depuratore di acqua dei corsari con potenziamento del sistema “Cala”, lavori per un importo di 15 milioni di euro. Anche questi lavori sono partiti con ritardo, dopo la sollecitazione del vicesindaco Emilio Arcuri che aveva lanciato l’aut aut all’impresa. I lavori sono stati poi ceduti alla consociata Sikelia, ma anche questi procedono a rilento, a causa dei ritrovamenti archeologici avvenuti al Foro Italico. Un altro cantiere è stato aperto in viale dei Picciotti. Appreso dei provvedimenti giudiziari che riguardano dirigenti della società Tecnis – si legge in una nota del Comune – impegnata nei lavori del primo lotto di chiusura dell'anello ferroviario di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando, in attesa di ricevere ulteriori informazioni e valutare l'eventuale adozione di provvedimenti conseguenti, ha dichiarato che "mentre il Comune continuerà a vigilare sul corretto avanzamento dei lavori in atto affidati alla Tecnis, sarà verificato, così come si chiederà a FS di verificare il permanere dei requisiti quali appaltatori di lavori pubblici. In ogni caso – conclude il Sindaco –  chiederò di incontrare con urgenza il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio e i vertici delle Ferrovie, al fine di discutere insieme e valutare eventuali iniziative che possano evitare conseguenze gravissime, non solo per il trasporto pubblico ma per tutta la mobilità urbana interessata da importanti cantieri gestiti dalla società Tecnis". La Tecnis, colosso imprenditoriale del Sud Italia, si è aggiudicata appalti pubblici per quasi 800 milioni di euro l'anno. Dalla metropolitana catanese, ai lavori dell'anello ferroviario e del collettore fognario di Palermo, passando per il porto di Catania, quello di Ragusa, l'interporto di Catania oltre alla Salerno Reggio Calabria e ad altre centinaia di commesse che hanno fatto della Tecnis la prima impresa del Sud Italia. Tra i lavori affidati alla Tecnis figura anche un lotto del  viadotto "Scorciavacche", sulla Palermo-Agrigento, franato una settimana dopo l'inaugurazione nel dicembre scorso. Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, finiti ai domiciliari, sono noti anche per le loro battaglie contro il racket delle estorsioni e per avere siglato protocolli di legalità in ogni appalto. Domenico Costanzo, in particolare, era tra i favoriti nel rinnovo dei vertici di Confindustria Catania. Ma Tecnis ha appalti anche nelle Madonie, come quello per l'interporto di Termini Imerse, aggiudicato a un raggruppamento di imprese guidato dalla Tecnis e di cui fanno parte anche Cogip spa, Sintec spa e Notarimpresa spa. L’interporto dovrebbe sorgere nell’area compresa tra il porto di Termini e il fiume Himera e avrebbe dovuto vedere luce agli inizi del 2016 ma così non sarà.  Un'opera da 74 milioni, di cui 14 privati e i restanti coperti da fondi europei. I lavori sono bloccati da luglio 2014 a causa di un voto contrario dell’Assemblea regionale siciliana che ha bloccato la ricapitalizzazione di Sis, Società Interporti Siciliani guidata da Alessandro Albanese, committente dei lavori. Il responsabile unico del procedimento è Francesco Di Salvo. (Fonte Repubblica.it) LA PRECISAZIONE DELLA TECNIS "Relativamente alle imputazioni che vengono contestate agli imprenditori Bosco e Costanzo, Tecnis desidera fare alcune precisazioni così da chiarire il contenuto della vicenda giudiziaria: In primo luogo Tecnis intende chiarire che agli imprenditori Bosco e Costanzo non sono state rivolte accuse né per associazione a delinquere, né per appalti truccati. Le imputazioni riguardano il reato di “corruzione”, ma non, come è stato erroneamente divulgato, per ottenere somme non dovute. Le interferenze al vaglio della magistratura riguardano piuttosto un tentativo di accelerare i tempi di pagamento di corrispettivi dovuti, nonché per ottenere in tempi accettabili la presa d’atto per la cessione del ramo d’azienda Lombardia, necessaria per fare cassa per poter far fronte alle esigenze finanziarie dell'azienda.  Auspichiamo che si possa fare più rapidamente possibile chiarezza, al fine di consentire alla Tecnis la continuità d’impresa".

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