Altofonte, coltiva marijuana in casa: arrestato un giovane dello "Zen"

Redazione

Cronaca

Altofonte, coltiva marijuana in casa: arrestato un giovane dello "Zen"
La scoperta dei militari dell'arma

18 Gennaio 2016 - 00:00

I carabinieri di Altofonte hanno arrestato M.N., ventiseienne residente nel quartiere Zen di Palermo, disoccupato già noto alle forze dell'ordine. L'uomo, presso un'abitazione presa in affitto da circa tre mesi ad Altofonte, aveva realizzato un impianto per la produzione e la lavorazione di cannabis indica (marijuana), dove per permetterne il funzionamento, che prevedeva un assorbimento di energia elettrica pari a circa 8.000 watt si era allacciato alla rete elettrica dell'Enel, utilizzando cavi di media tensione rubati alla società elettrica. Oltre al cavo utilizzato per l'impianto è stata trovata nella sua disponibilità anche una matassa di cavo Enel di provenienza furtiva, di circa 100 metri. L’impianto, del valore di circa 6 mila euro, era composto da 17 lampade al vapore di sodio, condizionatori d'aria ed impianti per il riciclo dell'aria con filtri. I militari hanno trovato nell’abitazione 40 vasi con piante di cannabis di circa  100 centimetri l’una, in varie fasi di crescita e maturazione, e 19 piante in essicazione. I militari dell’Arma di Altofonte sono arrivati all'individuazione dell'abitazione, in quanto quando le pompe di areazione erano in funzione l'acre odore della cannabis si diffondeva lungo tutta la strada e veniva percepita anche semplicemente transitando dalla zona. Una volta individuata l'abitazione, i militari hanno effettuato diversi servizi di appostamento nella zona sino al momento in cui M.N. è stato sorpreso mentre faceva ingresso nella casa. Per M.N., sono scattati gli arresti con l'accusa di coltivazione di stupefacenti, furto aggravato di energia elettrica e ricettazione di cavo Enel. Il pubblico ministero, prontamente informato, ha disposto per il ragazzo il regime degli arresti domiciliari in attesa di rito direttissimo. Il giudice ha convalidato l’arresto ed a seguito del patteggiamento l'arrestato è stato condannato a 18 mesi di reclusione (pena sospesa), 6 mila euro di multa e tre mesi di attività lavorativa gratuita presso il centro “Padre Nostro” di Palermo.

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