Alcamo, calci, pugni e sevizie per aver inviato sms ad una donna

Annalisa Ferrante

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Alcamo, calci, pugni e sevizie per aver inviato sms ad una donna
Un tunisino di Castellammare sequestrato e picchiato da due connazionali per aver inviato qualche messaggio alla compagna di uno dei due

18 Gennaio 2016 - 00:00

Scambia dei messaggi con una giovane e viene sequestrato, minacciato con un coltello, picchiato e seviziato per gelosia: un giovane tunisino abitante a Castellammare, K.M., cameriere nel ristorante “Egesta mare”, è riuscito a sfuggire a due suoi connazionali solo dopo alcune ore di terrore e violenza. I due tunisini, arrestati dai Carabinieri di Alcamo, sono due fratelli: Bassem e Aimen Loudhaiefe, di 20 e 25 anni, accusati di tentato omicidio, sequestro di persona, lesioni personali, porto abusivo di arma, minacce aggravate, danneggiamento aggravato e maltrattamenti in famiglia, nei confronti della convivente di uno dei due. I fatti risalgono a venerdì sera: i due fratelli tunisini avrebbero deciso di compiere una vera e propria spedizione punitiva nei confronti di K.M perchè, secondo la dettagliata ricostruzione fornita dai Carabinieri, avrebbe scambiato dei messaggi telefonici con la convivente di uno dei due fratelli. Si tratta di una ragazza italiana, di poco più di vent’anni, compagna di Bassem e mamma del loro bambino di tre anni. La mattina la donna sarebbe stata picchiata (tumefazioni al volto, la frattura dei due denti incisivi superiori), proprio perchè avrebbe semplicemente scambiato degli sms con l’uomo sequestrato e picchiato. Reazione violenta che, come sottolineano i Carabinieri guidati dal Capitano Savino Capodivento, ha anche fatto emergere uno spaccato “di violenze domestiche che sembra si protraessero da diversi anni”. Con una Peugeot 206 nera, i due fratelli tunisini erano andati a casa di K.M. a Castellammare: i carabinieri hanno addirittura trovato un’ascia conficcata al centro della porta di ingresso. I due hanno quindi cercato il loro connazionale nel locale dove lavora: quando il giovane si trovava all’esterno dell’ “Egesta Mare”, lo hanno minacciato con un coltello e costretto a salire in auto. K.M è stato portato a Calatafimi dove abitano i due tunisini arrestati. Quindi è stato colpito violentemente al capo con una mazza in legno, con vasi in vetro, bastoni, pugni e calci. Gli aggressori, tentando di legarlo con una corda, gli hanno causato un trauma cranico e la rottura di due dita di una mano. Grazie ad un attimo di distrazione dei sequestratori, l’uomo è riuscito a fuggire: rincorso dal Bassem Loudhaief, ha trovato rifugio al bar Creative di Calatafimi. I carabinieri di Alcamo, Castellammare e Calatafimi hanno lavorato in stretta sinergia: grazie a testimoni e segnalazioni hanno soccorso l’uomo nel bar, poi hanno individuato Bassem nella sua abitazione, in via de Amicis, dove c’era anche il fratello Aimen, con la sua convivente italiana, C. C., ed il loro figlioletto di tre anni. I tre stavano per scappare, ma sono stati prontamente bloccati dai carabinieri. Il sostituto procuratore di Trapani, Massimo Palmeri, ha disposto il trasferimento in carcere dei due violenti tunisini.

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