Al teatro Biondo il secondo episodio della "Trilogia del naufragio"

Agnese Ferraro

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Al teatro Biondo il secondo episodio della "Trilogia del naufragio"
Si tratta dello spettacolo "Lampedusa Snow", da domani 26 febbraio e fino al 8 marzo, sul palco dello Stabile

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ancora una prima nazionale per una produzione firmata Teatro Biondo. Da domani 26 febbraio , alle ore 21.00, lo spettacolo “Lampedusa Snow” di Lina Prosa  debutta sul palco dello Stabile e replicherà fino all’8 marzo. Si tratta del secondo episodio della “Trilogia del naufragio” andata in scena con successo lo scorso anno alla Comèdie- Française di Parigi e prodotta da Teatro Biondo Stabile di Palermo; “Lampedusa Beach”, andata in scena lo scorso anno, “Lampedusa Snow”, in programma questa stagione e “Lampedusa Way”in programma per il prossimo anno. L’autrice e regista compie in questo spettacolo, una profonda riflessione sul tema dell’immigrazione ispirata ad un fatto di cronaca e affida il racconto proprio alle parole del protagonista il giovane Mohamed. Lina Prosa ha scelto Federico Lima Roque, giovane attore italiano originario di Capo Verde, per  “portare” il personaggio sulla scena, per farsi attraversare dalla sua storia. Nato da una famiglia di migranti che hanno lasciato la propria terra non ancora maggiorenni Federico è figlio di una storia che bene si incastra con il percorso scenico della trilogia che in questo punto, attraversa “un “terreno di mezzo” come dichiara Lina Prosa, “che annoda insieme la grande questione dell’emigrazione secondo l’immaginario lampedusano e la condizione stessa dell’uomo contemporaneo". Un giovane ingegnere che diventa “l’Ulisse di Montagna”, un migrante che giunto dal mare viene trasferito, insieme a tanti altri compagni di sventura, sulle Alpi a 1800 metri di altezza per superare un problema di sovraffollamento. In attesa del permesso di soggiorno il gelo e la neve sono i suoi nemici ma si tratta di una lotta ancestrale per la sopravvivenza proprio come quella tra natura e cultura dove per vincere bisogna trovare una faticosa libertà. È proprio a chi non c’è più perché ha avuto il coraggio di difendere la libertà che Lina Prosa dedica il suo impegno creativo concludendo con la speranza “che valga anche come forte richiamo alla centralità del teatro in una società in crisi, illusoriamente difesa dal consumismo e dai pregiudizi di ogni genere”.

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