Redazione

Palermo


Oltre 100 mila euro il bottino. Le vittime individuate grazie alla telecamera di sorveglianza

18 Gennaio 2016 - 00:00

I Carabinieri della Compagnia San Lorenzo hanno dato esecuzione, questa notte, a quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere per rapina in abitazione in concorso, nei confronti di Andrea Bruno, 36 anni; Antonino Vassallo 38 anni; Giulia Guercio 53 anni; Giovanni Sciurba, monrealese di 26 anni, tutti censurati per reati contro il patrimonio. I provvedimenti, emessi dal GIP presso il Tribunale di Palermo, Marina Petruzzella, sono scaturiti dalle indagini condotte dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Francesco Grassi, insieme ai militari della Stazione Carabinieri di Palermo Partanna Mondello. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire la dinamica di una rapina in abitazione avvenuta la sera del 6 marzo 2012 nel quartiere “Sferracavallo” di Palermo, durante la quale tre soggetti col volto travisato, dopo essersi introdotti con l’inganno nell’appartamento, terrorizzavano ed immobilizzavano con nastro adesivo la proprietaria di casa ed una sua “amica”, lì presenti, e si impossessavano di 1.600 euro in contanti e 100 mila euro in preziosi, nonché di una borsa “Louis Vuitton” ed un trolley, in cui i malviventi riponevano poi la refurtiva. I militari della Stazione Carabinieri di Palermo Partanna Mondello, intervenuti sul posto, nel corso del sopralluogo, si accorgevano della presenza, proprio di fronte alla porta di ingresso dell’abitazione, di una telecamera di sorveglianza di un esercizio commerciale. Attraverso lo studio delle immagini estrapolate, i Carabinieri riuscivano ad identificare tre malviventi, ripresi all’atto dell’ingresso e della fuga dall’abitazione. In particolare, in quest’ultima circostanza si notava uno di essi allontanarsi con il trolley carico di gioielli. In seguito agli accertamenti compiuti dai militari, si riuscivano ad identificare con certezza i tre criminali in Bruno, Vassallo e Sciurba. Tale risultato veniva, poi, cristallizzato nell’aprile di quest’anno, quando, a seguito di alcune perquisizioni domiciliari, i tre soggetti venivano trovati in possesso, a distanza di più di un anno dalla rapina, del trolley utilizzato per portare via i gioielli trafugati, ancora con l’etichetta nominativa della vittima attaccata, della borsa “Louis Vuitton” e di diversi monili preziosi, riconosciuti dalla signora come provento del reato subito. Inoltre, i militari rinvenivano e sequestravano diversi capi di abbigliamento utilizzati il giorno della rapina dai 3 individui, come documentato dalle immagini delle telecamere. Gli investigatori, però, non erano convinti dell’estraneità ai fatti della Guercio, che si trovava “per caso” assieme alla proprietaria di casa al momento della rapina. Infatti, come in seguito appurato, la donna, più che una amica, era una debitrice della signora, a cui doveva quasi 20.000 euro. Costitutiva così più di un sospetto il fatto che la donna, subito dopo quel fatidico 6 marzo 2012, avesse inspiegabilmente estinto una serie di debiti contratti con diversi esercenti della borgata ed addirittura acquistato un’automobile nuova. Di conseguenza, indagando sui rapporti tra la donna ed i tre rapinatori, i Carabinieri sono riusciti a provare l’intricato inganno attuato dai quattro soggetti per eseguire il “colpo”: la Guercio, che si è recata presso l’abitazione con la scusa di dover discutere dei debiti da saldare, aveva convinto la signora ad aprire la porta, ipotizzando che fosse suo marito che era venuto a prenderla. Quindi, dopo l’irruzione dei rapinatori, si era finta essa stessa vittima innocente, mentre in realtà era la mente criminale della banda. Probabilmente questa rapina non è stata l’unica compiuta dal gruppo criminale, ma in attesa di ulteriori riscontri e coll’intento di evitarne altre, data anche la crudeltà e la spregiudicatezza mostrate dai malviventi, i Carabinieri, alle prime luci dell’alba, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, hanno tratto in arresto i 4 soggetti e, al termine delle formalità di rito, li hanno associati presso le Case Circondariali  “Pagliarelli” ed “Ucciardone” di Palermo, in attesa del processo. 

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