Redazione

Cronaca

18 Gennaio 2016 - 00:00

Una storia triste. Con i contorni tutti da definire. È di sabato, ma trapela solo oggi. Un cane viene investito, in viale Regione Siciliana, di fronte al Cres. L’auto fugge. Un residente si accorge della bestiolina gravemente ferita e chiama la polizia municipale. Che arriva sul posto con una pattuglia. Sul posto arriva anche il responsabile comunale per il recupero dei cani. Qui comincia un “balletto” di competenze. Ce lo riferisce un residente che preferisce rimanere anonimo: “Arriva la pattuglia – dice – poi il tizio del comune che si occupa di recuperare i cani. Chiede che arrivi il furgoncino della polizia municipale per prelevare il cane. Nel frattempo, però, arrivano anche quelli dell’Una. Ma poco dopo anche il furgone della municipale. Però il cane lo prendono quelli dell’Una. Perché? Hanno una convenzione con il Comune? Se c’era la municipale non è giusto che questi cani fossero affidati agli agenti?” Dalla polizia municipale hanno fatto sapere che sono in corso accertamenti e che andranno avanti anche con una denuncia se necessario. Soprattutto per tentare di risalire all’auto che ha investito il cucciolo. Sarebbe il primo caso in Italia di persona condannata perché non si ferma a dare soccorso agli animali investiti. Si procederà anche per accertare le competenze specifiche sul prelievo dei cani. Mentre l’Una replica, attraverso il suo legale Cecilia Viola: “Il Comune di Monreale, in totale violazione della normativa nazionale e regionale in materia di tutela del benessere degli animali e contrasto legale al randagismo, ed è a tutt'oggi privo sia di un rifugio sanitario in cui ricoverare e curare cani incidentati malati cuccioli o cagne puerpere con cuccioli in lattazione o per la degenza post operatoria a seguito di sterilizzazione; sia di canile municipale in cui ospitare i cani non patronali che, previa apposizione di chip municipale e sterilizzazione/castrazione non possano essere reimmessi nel territorio per problemi di incolumità pubblica (vedasi branchi aggressivi); sia locale in cui consentire ai medici ASP di provvedere all'apposizione a titolo gratuito del microchip. UNA chiede da mesi di addivenire ad una convenzione con l'Amministrazione comunale di Monreale ed nel frattempo di avere in comodato dei locali in cui accudire a titolo gratuito (mero rimborso spese di croccantini e farmaci) i randagi. Ad oggi, i cani incidentati o le cucciolate raccolte sono state stipate all'interno del magazzino sito in Via Benedetto d'Acquisto pressi fontana denominato "Acetilene"e i lasciati morire privi di cibo acqua e cure. Di certo UNA sino ad oggi nulla ha ricevuto dall'Amministrazione del Comune di Monreale. Vive e sostenta gli oltre 300 randagi di Monreale con le donazioni di privati cittadini sensibili e associazioni del Nord Italia, sconcertate dalla condotta delle amministrazioni comunali del sud. Allo stesso modo ha reperito le risorse necessarie alle cure che di volta in volta si rendono necessarie, agli antiparassitari, alle sterilizzazioni delle cagne, al pagamento delle spese di spedizione dei cagnolini adottati al nord al fine di consentire loro di vivere il tempo a loro disposizione conoscendo del calore umano oltre che calore e serenità di una famiglia. La segnalazione del CRES è stata inoltrata direttamente da un impiegato comunale incaricato del recupero di cani all'utenza di telefonia mobile di codesto difensore, dando seguito ad un'istanza inoltrata immediatamente assunto l'incarico difensivo, all'amministrazione comunale (Sindaco e Dirigente APGAT) in cui si faceva presente l'esistenza dell'associazione UNA, si riassumevano gli obblighi normativi gravanti sull'amministrazione e sempre rimasti disattesi, si invitava l'amministrazione comunale a convenzionarsi con UNA e si diffidava la stessa amministrazione dal convenzionarsi con enti/rifugi non autorizzati dall'assessorato regionale alla salute. Tornando al CRES. L'impiegato comunale ha chiamato me in qualità di procuratore legale UNA su incarico in tal senso del Dirigente APGAT. Chiamando me ha inteso chiamare UNA perchè, non disponendo di locali in cui ospitare i cani soccorsi, e sapendo che UNA non avrebbe permesso che un'altra vita innocente fosse lasciata spegnersi nei magazzini dell'Acetilene, ha chiesto a UNA di occuparsene. Ho informato il Presidente UNA della segnalazione invitandolo a recarsi sul posto per soccorrere il cane. Non mi risulta che la Polizia municipale avesse chiesto di occuparsi del cane ne che lo avesse fatto qualcuno per conto dell'Amministrazione Comunale. Se ciò fosse accaduto ed UNA avesse ricevuto garanzie su una corretta presa in carico del cane incidentato al CRES, ovvero visita veterinaria degenza e terapia, UNA sarebbe stata ben lieta di appoggiare tale scelta offrendo a tutolo gratuito l'operato dei propri volontari all'amministrazione comunale. Purtroppo così non è stato e il cane sarebbe stato depositato nei magazzini dell'acetilene, privo di assistenza, fino al proprio decesso”. Il residente, che come detto vuole mantenere l’anonimato, conclude: “Il povero cane è stato caricato su un’auto bianca dei volontari dell’Una. Ma prima di andare dal veterinario sono andati verso San Martino delle Scale”.

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