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18 Gennaio 2016 - 00:00

“Secondo il calendario venatorio, in questo periodo possono essere uccisi solo conigli selvatici in caccia vagante e tortore e colombacci, ma da appostamento temporaneo. Invece – dichiara Ennio Bonfanti, coordinatore regionale delle Guardie WWF – quando la stagione venatoria si apre, si spara a tutto ciò che si muove. La Poiana ha un’apertura alare di oltre un metro e mai può essere confusa con un colombaccio o una tortora, men che meno con un coniglio. Quindi chi le ha sparato, in una giornata di caccia “regolare”, lo ha fatto con la piena consapevolezza e volontà di violare e sfidare la legge, con il solo scopo di uccidere un predatore. Sicuro di restare impunito, vista la cronica assenza di controlli e l’anarchia venatoria della nostra Regione.”. Il Wwf ha già presentato una denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica per il reato di “uccisione di specie particolarmente protetta”, che prevede sanzioni penali quali l’arresto fino ad 8 mesi. “Mentre recuperavamo il povero rapace impallinato – racconta Bonfanti – sentivamo i colpi delle fucilate dei cacciatori nelle colline intorno. E questo la dice lunga sulla favola del cacciatore buono e del bracconiere cattivo, come se fossero due entità estranee l’una all’altra, due mondi diversi”. Ma il Wwf è convinto che qualcuno abbia visto chi ha sparato alla Poiana: “L’abbiamo trovata a terra lungo una strada provinciale in contrada Gabbara, dove tutt’intorno vi sono decine di villette, case agricole, abitazioni. Un luogo densamente abitato, e perciò di per sé vietato alla caccia, in cui sicuramente qualcuno avrà visto il vigliacco sparatore”. Per questo il Wwf Caltanissetta ha istituito una taglia: mille euro a chi consentirà, con la propria testimonianza o con altre prove certe, di incastrare il colpevole di un simile odioso reato contro il patrimonio faunistico dello Stato. Per il Wwf questo atto di bracconaggio è gravissimo, vergognoso ed intollerabile, costituendo l’ennesimo esempio di quel malcostume venatorio che, con inaudita spregiudicatezza, si ripete in ogni stagione di caccia nel territorio del Nisseno. “Simili fatti dovrebbero far indignare, per prime, le stesse Associazioni venatorie spingendole a provvedimenti severi nei confronti di questi cacciatori illegali. E invece – conclude Bonfanti – prevalgono omertà, difesa corporativa “ad oltranza” della categoria e odio verso chi, come il Wwf e le sue Guardie volontarie, vuol far rispettare le leggi anche in materia faunistica ed ambientale”.

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