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18 Gennaio 2016 - 00:00

La Procura della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese ha emesso un avviso di garanzia nei confronti di M. D. di anni 30, di origini pugliesi, per i reati di truffa aggravata e sostituzione di persona, commessi a Corleone nei mesi di settembre ed ottobre dello scorso anno. Tale provvedimento è stato già notificato all’interessato. L’attività della Polizia di Stato è stata avviata quando nel mese di settembre dello scorso anno è pervenuta la notizia che a Corleone si aggirava un uomo vestito con un saio da monaco che si presentava come “frà Giovanni”, che raccontava di trovarsi a Corleone  per svolgere la sua missione presso la chiesa di contrada Borgo Schirò , con il compito di raccogliere fondi per ristrutturarla. La notizia insospettiva il personale della Polizia di Stato, in quanto le strutture esistenti  in Borgo Schirò sono diroccate e in ogni caso non era facile edificare e ristrutturare la chiesa con una semplice raccolta di fondi fra i cittadini. A tal proposito venivano avviati alcuni accertamenti specifici. L’attività svolta ha permesso di risalire alle esatte generalità dell’uomo, di accertare che non faceva parte di alcun ordine religioso e che era stato segnalato in precedenza come millantatore. La parallela attività espletata dal personale del Commissariato di Polizia sul territorio a stretto contatto con i cittadini corleonesi ha consentito di accertare che l’uomo si era rivolto ad alcuni abitanti manifestando la sua intenzione di ristrutturare la chiesa di Borgo Schirò, di essere stato autorizzato da alte autorità ecclesiastiche e a tal fine ha effettuato raccolte di soldi, chiedendole ai fedeli durante le cerimonie religiose ed andando in giro per il paese raccogliendo soldi presso gli esercizi commerciali e le private abitazioni. Anche i religiosi del posto, ai quali il presunto frate si era rivolto per avere alloggio e vitto,  si sono insospettiti dell’iniziativa dell’uomo e del suo comportamento non consono ad un religioso, e chieste notizie agli enti ecclesiastici era anche a loro emerso che l’uomo non faceva parte di alcun ordine religioso e non era in possesso di alcuna autorizzazione ecclesiastica per ristrutturare la chiesa di Borgo Schirò.   L’ uomo aveva pianificato la sua truffa facendola precedere da comunicati su giornali  locali e siti internet.

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