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18 Gennaio 2016 - 00:00

Aggiornamento: 21 maggio 2013 – ore 15: Non era l'agenda di Paolo Borsellino! L'oggetto rosso fotografato nel frame tirato fuori dopo anni dall'archivio video dei vigili del fuoco non era la famosa agenda rossa. Dalle risultanze della polizia scientifica di Roma risulta essere parte di un parasole per vetture in cartone utilizzato per coprire parte del corpo dell'agente di scorta Manuela Loi.    “In quell'agenda segnava tutto, in particolare iniziò a utilizzarla sempre più frequentemente dopo la morte di Falcone” sono le parole di Diego Cavaliero, sostituto procuratore di Marsala dall'86 all'89, che oggi è stato sentito nell’ambito del processo 'Borsellino Quater'. "L'agenda rossa che utilizzava Borsellino era molto grande – spiega Cavaliero – era un'agenda dell'Arma dei carabinieri dove il giudice annotava di tutto ed utilizzava dei segni geroglifici. Per esempio c'era un segno, una specie di chiocciola, che per il giudice significava che era andato a trovare la madre". l teste ha anche uno dei sospetti più inquietanti del giudice palermitano "Paolo avrebbe riferito ad Agnese che il generale dei carabinieri Subranni era 'punciutu'. In quell'occasione – ricorda Cavaliero – il giudice ebbe un senso di vomito, di fastidio” Questa confidenza, già nota agli inquirenti, la signora Agnese, recentemente scomparsa, l’aveva ricevuta direttamente da Paolo Borsellino qualche giorno prima dell'attentato. La signora Agnese avrebbe confidato questo sospetto a Cavaliero poco prima del matrimonio del figlio Manfredi. Cavaliero ha anche aggiunto che il giudice Borsellino non aveva un rapporto idilliaco con l'allora capo della procura di Palermo. I due erano in contrasto per la gestione del pentito Gaspare Mutolo. A scuotere il giudice fu allora anche la morte di Salvo Lima. Borsellino aveva la percezione che a Palermo stesse per succedere qualcosa di dirompente per la prossimità del maxiprocesso. Dopo la morte di Falcone "lo stato d'animo di Borsellino – ha aggiunto il teste – era tetro, non solo per la perdita dell'amico, ma anche perchè aveva la consapevolezza che qualcosa era cambiato nella sua vita. Lui perse il suo punto di riferimento. La cosa fu devastante. La sua vita cambiò in maniera radicale. Ha iniziato a morire quando è morto Falcone. Sapeva che anche la sua morte era vicina". Cavaliero si è soffermato anche sull'eccidio di via d'Amelio. "Il viso del giudice – ha detto – era perfettamente integro. Vidi una scarpa, sotto il citofono, credo che appartenesse a Paolo. Borsellino era molto abitudinario. Si recava dalla madre tutte le domeniche, sempre allo stesso orario, intorno alle 17". Intanto a Caltanissetta si continua a fare il punto sulle indagini legate alle stragi di Capaci e via D'Amelio, quest'ultimo oggi al centro di un nuovo “giallo” legato ad un vecchio video dei Vigili del fuoco riemerso nei giorni scorsi, dove potrebbe essere stata ripresa la famosa “agenda rossa”. Il video è stato trasmesso alla polizia scientifica di Roma per un esame dettagliato dell’immagine che ritrae un oggetto rosso che secondo Sergio Lari, non sarebbe l'agenda di Paolo Borsellino, sparita subito dopo la strage. La perizia vuole comunque fugare ogni possibile dubbio. 

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