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Il cortometraggio racconta la rivolta delle operaie tabacchine del Salento che venne repressa in maniera violenta nel 1935

18 Gennaio 2016 - 00:00

"Oroverde"di Pierluigi Ferrandini ha vinto la settima edizione di Sorsi Corti,Festival internazionale di cortometraggi e buon vino, che si è svolto a Palermo dal 10 al 12 maggio al Piccolo Teatro Patafisico. Unanime il giudizio della giuria popolare e della giuria ufficiale (composta dal regista Alessandro Aronadio, dal regista e sceneggiatore Gianni Cardillo e da Sarah Moncada dello staff di SorsiCorti) che ha assegnato il Premio per la Migliore opera in concorso a "Oroverde" con la seguente motivazione: “Per la maturità registica e la suggestione delle immagini, per la narrazione fluida e la capacità di raccontare attraverso un tragico amore una pagina importante della nostra storia”. Il cortometraggio, prodotto da  Dionysia Film, con il contributo di Apulia Film Commission rievoca, sullo sfondo delle piantagioni di tabacco del Salento, la rivolta delle operaie tabacchine che venne repressa nel sangue nel 1935. Tanti premi anche nelle altre sezioni:Miglior Videoclipa"Per essere viva" di Francesco Dinolfo; Migliore Animazione a "Snap" di G. Murphy & Hilere;  Miglior Fiction Internazionale a "Abuztua" di Pello Gutiérrez; Migliore cortometraggio di Video Arte a "Qualcosa di simile" di Alessandra Pescetta e infine Menzione Speciale a Matteo Capogna come Migliore attore per il corto "Petrolino" di Stefano Urbanetti. Realizzata nella fascinosa sede del  Piccolo Teatro Patafisico, all’interno del complesso storico dell’Ex Manicomio, la settima edizione di Sorsi Corti chiude i battenti e registra un incremento dell’attenzione e della partecipazione del pubblico. “Vogliamo contribuire ad alimentare un genere, quello del corto –  afferma il direttore artistico Gabriele Ajello – e dare spazio a quel mondo spesso invisibile della produzione indipendente e della sperimentazione individuale. L’uso di budget limitati o attrezzature nate dal fai da te non impedisce a chi si confronta con questo genere, di realizzare opere dense di creatività e visionarietà e di quella intramontabile voglia di sognare e di fantasticare che dovrebbe sempre accompagnare gli artisti dell’immagine”.

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