Redazione

Cronaca

18 Gennaio 2016 - 00:00

Sono molto lieto di potermi oggi incontrare con voi in occasione della giornata diocesana dei giovani e le famiglie in questo nostro duomo dove Gesù Cristo si mostra a noi con le sue braccia aperte sono in segno di accoglienza per ciascuno e per ciascuna di voi. In quest’Anno della fede,siamo chiamati a riscoprire la bellezza e la gioia di essere cristiani e ad impegnarci  nell’avventura di una nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana alle giovani generazioni. La trasmissione  della fede è una missione affidata innanzitutto ai genitori. Il legame che si instaura all’interno della famiglia sin dalla nascita lascia un’impronta indelebile. Il loro compito di educare alla fede si inserisce nella capacità generativa della comunità cristiana, volto concreto della Chiesa madre. Si tratta di avviare un processo che dal battesimo si sviluppi in un percorso di iniziazione che accompagni, nutra e porti a maturazione. L’educazione alla fede avviene nel contesto di un’esperienza concreta e condivisa. L’immagine di Dio, che  il figlio porterà dentro di sé, sarà caratterizzata dall’esperienza religiosa  vissuta nei primi anni di vita all’interno della sua famiglia. Ogni famiglia è soggetto di educazione e di testimonianza umana e cristiana e come tale va valorizzata, all’interno della capacità di generare alla fede propria della Chiesa. A voi giovani  voglio riproporre il messaggio che a conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II papa Paolo VI indirizzò ai giovani: «siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della sua storia. Siete voi che, raccogliendo il meglio dell’esempio e dell’insegnamento dei vostri genitori e dei vostri maestri, formerete la società di domani: voi vi salverete o perirete con essa». E concludeva con un appello: «Costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!» (Messaggio ai giovani, 8 dicembre 1965). Per costruire un mondo nuovo è necessario  che accogliamo i doni che Dio ci fa. Nei discorsi di 'addio' dopo l'Ultima Cena, prima di entrare nella sua passione, Gesù preannuncia i doni pasquali che avrebbe effuso sui credenti con la sua risurrezione. Innanzitutto il dono del "Consolatore, lo Spirito Santo", che ci consola, ci difende e ci incoraggia, ci ricorda quello che Gesù ci ha insegnato. (v. 26). Poi  il dono di un amore nuovo : un amore che è una 'immersione piena' nella Trinità Santa, che viene ad abitare, a prendere dimora presso chi crede e ama (v. 23); un amore che diviene sorgente di vita nuova. Inoltre il dono della pace fonte di gioia piena: la pace che Gesù dona, una pace diversa da quella che il mondo offre (v. 27), una pace che è più forte di qualunque turbamento, che rassicura in ogni difficoltà. Attraverso l'esperienza dello Spirito la nostra esperienza di Dio non è quello di un Dio lontano che provoca paura, ma di un Padre vicino all'uomo   che manda il suo Figlio  per  donare  la sua vita  per  la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo è il « luogo » dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo ; i due massimi comandamenti sono riuniti in lui che è perciò la legge nuova, « legge spirituale » e interiore. La conseguenza della osservanza del comandamento dell'amore è la gioia e la pace che Gesù dona ai suoi discepoli. La pace definitiva di Gesù, frutto dell'amore che abbatte i muri della divisione, è diversa dalla fragile e parziale pace del mondo imposta con la forza brutale, con la sopraffazione o con la furbizia. Nel discorso di Gesù, propostoci nel vangelo di oggi,  lo Spirito Santo appare il tramite costante che lega, da una parte, Gesù al Padre e, dall'altra, Gesù ai discepoli.  Lo Spirito Santo  che dimora nel cuore dei credenti  diventa luce, con-solazione e maestro interiore, testimonianza vivente di Gesù , la guida interiore nella scoperta della piena verità e la forza per opporsi al mondo immerso nel peccato. Lo Spirito Santo suscita nella Chiesa comunione ed accoglienza  , la  guida nelle sue decisioni  più importanti e l'aiuta a rimanere unita! La presenza dello Spirito Santo è riconoscibile in tutto  il travagliato cammino della Chiesa, a partire dal brano degli Atti degli apostoli che abbiamo ascoltato, nel quale emerge la ricerca di una comunione più forte con le guide della Chiesa, la discussione aperta a tutti in vista di una decisione della comunità,  la scelta di testimoni credibili da inviare ai fratelli di Antiochia, ma soprattutto la netta affermazione della salvezza offerta a tutti per mezzo di Cristo, facilitando così l'accesso dei pagani al Vangelo, senza imporre altri obblighi. Tale decisione è il risultato di una felice, anche se travagliata, sinergia: "Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi…" (v. 28). Lo Spirito Santo è il grande, unico, immenso Dono che, cadendo sulla Chiesa, si rifrange in tanti doni diversi che sono i carismi, come la luce che, a seconda dei corpi sui quali piove, suscita colori diversi. Il Dono unico si divide in tanti doni per tornare a ricomporsi in unità nella Chiesa, per la quale tutti i doni sono dati. Lo Spirito santo è  comunione : comunione del Padre e del Figlio tra di loro e   sorgente di ogni comunione e di ogni comunità.  La comunione personale con Dio e quella ecclesiale tra di noi scaturiscono tutte dall'unica fonte che è lo Spirito. Lo Spirito Santo è gioia. La consolazione, che è una modalità della gioia, appartiene a tal punto allo Spirito Santo che Gesù lo chiama : il Consolatore! Tutti e tre questi tratti distintivi dello Spirito Santo dono, comunione, gioia – convergono verso una realtà che li contiene: l'amore!  Questo amore si manifesta maggiormente  nella famiglia che è una istituzione divina che nasce  dall'amore. Il Consolatore che Cristo ha invocato sui suoi discepoli  perché rimanga per sempre con loro è presente quest'oggi in mezzo a noi per consolarci e difenderci,  per farci fare memoria dell’alleanza di amore che il Signore ha stretto con noi e per darci la forza di essere fedeli all’amore di Dio attraverso l’osservanza ai comandamenti. Lo Spirito Santo cambia e rinnova la nostra vita. La certezza che Gesù risorto è presente, ancor oggi, nel mondo  ci viene dallo Spirito Santo, il quale è sempre con noi anche se, da parte nostra, troppo spesso lo ignoriamo o non Lo ascoltiamo. Lo Spirito Santo trasforma il nostro cuore di pietra indurito dall’egoismo in un cuore di carne capace di amare con lo stesso amore  gratuito di Gesù e apre i nostri occhi al mondo nuovo che Dio ha preparato per noi. La caduta del velo che, appanna i nostri occhi, un giorno ci farà vedere la nostra stabile residenza che Dio, ha preparato per noi in cielo, dove potremmo vivere felici nell'amore di Dio. Di questa città, fin da ora, noi cristiani siamo chiamati a porre le fondamenta e ad attendere, nella speranza, quel giorno senza tramonto illuminato dalla gloria di Dio e dalla lampada che è l'Agnello. Lo Spirito Santo suscita una fede operante attraverso la carità, genera una letizia capace di sopportare tutte le avversità, ispira fiducia ed infonde coraggio. Noi oggi questo dono, questa comunione, questa gioia, questa consolazione, , questa fiducia le invochiamo per le nostre famiglie perché vivano nell’amore pronto al dono di sé, si aprano alla vita, svolgano la loro missione educativa con fedeltà e coraggio per essere segno della speranza che viene da Dio per le nuove generazioni.  A voi giovani dico di accogliere con gioia il dono della fede  per poi testimoniarla ai vostri coetanei.Siete chiamati a fare memoria dei doni ricevuti da Dio per trasmetterli a vostra volta. Imparate a rileggere la vostra storia personale e prendete coscienza anche della meravigliosa eredità delle generazioni che vi hanno preceduto. Facciamo parte di una catena immensa di uomini e donne che ci hanno trasmesso  la fede di generazione in generazione  e contano su di noi affinché altri la ricevano.  “La fede si rafforza donandola» (Enc. Redemptoris missio, 2). Annunciando il Vangelo voi stessi crescete nel radicarvi sempre più profondamente in Cristo, diventate cristiani maturi. L’impegno missionario è una dimensione essenziale della fede: non si è veri credenti senza evangelizzare. E l’annuncio del Vangelo non può che essere la conseguenza della gioia di avere incontrato Cristo e di aver trovato in Lui la roccia su cui costruire la propria esistenza.  Impegnandovi a servire gli altri e ad annunciare loro il Vangelo, la vostra vita, spesso frammentata tra diverse attività, troverà la sua unità nel Signore, costruirete anche voi stessi, crescerete e maturerete in umanità. Cari giovani, per restare saldi nella confessione della fede cristiana là dove siete inviati, avete bisogno della Chiesa. Nessuno può essere testimone del Vangelo da solo.  La Chiesa ha fiducia in voi e vi è profondamente grata per la gioia e il dinamismo che portate: usate i vostri talenti con generosità al servizio dell’annuncio del Vangelo! Sappiamo che lo Spirito Santo si dona a coloro che, in umiltà di cuore, si rendono disponibili a tale annuncio! Prepariamoci alla prossima Pentecoste perché  come gli apostoli, con l’energia donataci dallo Spirito Santo  possiamo essere testimoni gioiosi e coraggiosi di Gesù cristo Risorto. Vescovo Michele Pennisi Il saluto del sindaco Filippo Di Matteo Il primo cittadino Filippo Di Matteo ha rivolto un saluto ed un ringraziamento alle famiglie ed ai ragazzi per la loro presenza e il loro entusiasmo, invitandoli “a portare avanti sempre con determinazione i loro progetti nonostante le difficolta' di questo periodo storico che la società si trova ad affrontare”. Di Matteo, inoltre ha ringraziato il neo arcivescovo monsignor Michele Pennisi per l'entusiasmo che sta trasmettendo ai suoi cittadini che dà speranza ad una comunità che ha fortemente bisogno di punti di riferimento importanti. Il sindaco ha anche ringraziato la Curia per avere aperto ad un costo simbolico di un euro il Museo Diocesano, grazie al quale molti cittadini e fedeli avranno l'occasione di visitare e di conoscere i capolavori d'arte che la Curia monrealese custodisce da secoli.

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