Redazione

Cronaca

18 Gennaio 2016 - 00:00

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dalla Dda di Palermo (Procuratore Aggiunto Leonardo Agueci, Sostituto Procuratore Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco), hanno dato esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Palermo (Riccardo Ricciardi), nei confronti di altrettanti soggetti riconducibili ai Mandamenti mafiosi di Porta Nuova, Brancaccio e Mazzara del Vallo, nonché ad un soggetto riconducibile alla Criminalità Organizzata Napoletana, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. I provvedimenti scaturiscono dalle risultanze investigative che, nel corso del mese di luglio, hanno portato all’emissione di 26 fermi nell’ambito dell’operazione denominata “Alexander” che ha portato all’azzeramento del Mandamento Mafioso di Porta Nuova. In particolare, nel provvedimento viene contestato il reato di associazione mafiosa ad Antonino Ciresi, personaggio di grossa caratura criminale, braccio destro del reggente del Mandamento Alessandro D’Ambrogio, nonché reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Ciresi, più noto come “Zio Nino”, affilato da vecchia data al mandamento mafioso di Porta Nuova, già detenuto per altra causa, oltre a partecipare ai principali incontri con esponenti mafiosi di altri mandamenti, unitamente ad Antonino Serenella si occupava della riscossione dei proventi delle estorsioni e del mantenimento delle famiglie degli affiliati. Affiliato di riferimento per l’intero mandamento, vista la sua età e la lunga militanza in Cosa Nostra, Ciresi si impegnava in prima persona per dirimere le controversie che potevano sorgere tra gli affiliati al mandamento e tra questi ultimi e gli affiliati ad altri mandamenti. Zio Nino: “… non ci sono problemi fra di noi / Zio Nino: “… giusto è Gianni? dico tra la gente come noi altri” / Giovanni: “… si accavallano le voci … tra tutti quelli come noi altri problemi non ce n’è giusto?”. Altrettanto chiara risultava la titolarità di Ciresi dell’azienda di macellazione e distribuzione di carni denominata Ovinsicula, sequestrata nell’ambito dell’operazione “Alexander”, titolarità che lo stesso esercitava anche dal carcere con l’aiuto del figlio (Zio Nino: “… : “… poi un’altra cosa, gli dici a –omissis- e a tutti… nei conti e nei discorsi voglio assistere io me l’ha detto mio padre, tutta la fiducia ce l’hai sempre tu –omissis- però mio padre vuole che io le cose li devo sapere … omissis … mio padre dichiarazioni non ne ha fatto, perciò lui quando viene chiamato ma quali soci… veniva a leggersi il giornale, ogni tanto vendeva qualche vitello…”). Altro personaggio destinatario del provvedimento restrittivo, con l’accusa di traffico di stupefacenti, è Vincenzo Ferro detto Renzo. Questi, affilato al mandamento mafioso di Brancaccio e più precisamente alla famiglia di Corso dei Mille, aveva costanti rapporti con D’Ambrogio Alessandro con il quale condivideva la gestione (importazione e successiva distribuzione) degli stupefacenti su gran parte del territorio cittadino ed in alcune province dell’isola. I suoi contatti con esponenti della criminalità organizzata partenopea facevano sì che D’Ambrogio si fidasse ciecamente di lui tanto da affidargli settimanalmente ingenti somme di denaro da investire nel mercato degli stupefacenti. Ferro, oltre ad avere costanti e privilegiati rapporti con D’Ambrogio, per i dettagli degli affari si relazionava a vario titolo con altri componenti dell’organizzazione, tra cui Seranella. Ferro, ben inserito nel contesto del narcotraffico, aveva ottime referenze su Napoli e provincia dove, settimanalmente, dopo aver raccolto i soldi dei vari mandamenti che partecipavano all’associazione, si recava per approvvigionare lo stupefacente necessario a soddisfare il fabbisogno settimanale. Dalle indagini emergeva chiaramente che nell’attività illecita, oltre ai mandamenti di Porta Nuova e Brancaccio, erano coinvolti anche i mandamenti di Pagliarelli e Uditore (Renzo: “… gli dice a questi del … Pagliarelli … inc. … gli dici che per 50 grammi … inc. … gli dici non lo cercate più a questo” / Renzo: “… Alessandro! e gli dici pure che a me non me ne devono domandare più. soprattutto questi del Pagliarelli e questi dell’Uditore . Altro personaggio sicuramente importante nella gestione del traffico degli stupefacenti era Gaspare Dardo, noto come lo Zio Asparino. Destinatario del provvedimento con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti, giocava un ruolo importante nell’acquisto di grossi quantitativi di stupefacente e riusciva a mettere in contatto il gruppo dei Palermitani (riconducibile a D’Ambrogio e rappresentato da Biagio Seranella, Marco Chiappara, Pietro Tagliavia, Franco Scimone e Giovanni Alessii) con quello dei Mazaresi (rappresentati da Salvatore Asaro ed Umberto Sisia). Dall’alleanza tra i due gruppi nasceva l’esigenza di creare un canale diretto per l’approvvigionamento di Cocaina e Hashish, affrancandosi quindi dal classico canale Napoletano (per abbattere i costi di intermediazione e aumentare i ricavi). Infine il provvedimento restrittivo ha colpito anche Ciro Napolitano, campano di origine che, oltre ad aver messo in contatto Seranella con i fornitori Napoletani,  faceva giungere a Palermo svariati chilogrammi di cocaina. Infatti, nel mese di dicembre 2012  veniva fermato un corriere, legato al Napolitano e proveniente da Napoli, con 3 kg. di sostanza stupefacente . Lo stesso Napolitano, nel mese di febbraio 2013, veniva fermato al porto di Palermo di ritorno a Napoli con un 1,5 kg. di cocaina, residuo di una partita giunta precedentemente in città e non ritenuta di ottima qualità . ELENCO ARRESTATI : 1.           CIRESI Antonino, nato a Monreale (PA) il 23.05.1943; 2.           DARDO Gaspare, nato a Marsala il 30.08.1956; 3.           FERRO Vincenzo, nato a Palermo il 24.03.1976; 4.           NAPOLITANO Ciro, nato a Napoli il 12.01.1984.

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