Non sarà questo il solito bilancio di fine anno. Non ci saranno buoni o cattivi elencati e non amo pensare secondo tali categorie così come odio il finto buonismo natalizio a disprezzo della reale natura escatologica del messaggio.
Da subito vi dirò che leggerò alcuni fenomeni come se fossi accompagnato da Charles Dickens nel suo “Canto di Natale”. Passato, presente e futuro dovrebbero stare sempre insieme, sia che si indossi la veste di cittadini, di politico o di amministratori. Il passato è fatto di storia, quel che il nostro territorio ci racconta. Nel presente abbiamo la quotidiana rappresentazione dei fatti e il fantasma del futuro ci svela le trasformazioni di questo nostro mondo (piccolo o grande che sia).
Pertanto io li contestualizzo e li traduco così:
Il Patrimonio Unesco cha abbiamo la fortuna di poter vivere ogni giorno è la nostra storia, è testimonianza del Passato in cui la città era crocevia di interessi e politiche davvero significative (penso al testo di Schirò “Monreale” del 1984). Grazie al concreto lavoro di persone come il professor Carta, il professor Angelini e l’ex Onorevole Russo possiamo essere annoverati nella World Heritage List, ma questo sarebbe solo il primo passo per lanciare questa città in un contesto che la proietti un una dimensione economica più ampia.
Il fenomeno dello spostamento dei popoli (non è immigrazione semplice) è il simbolo di un Presente in vivida trasformazione, porta con sé le contraddizioni della nostra società, il pregiudizio, il tema forte della Misericordia e dell’accoglienza perfettamente rappresentato dal gesto del nostro arcivescovo Michele Pennisi nell’apertura della Porta Santa. Il mondo cambia, la città si adegua e si riscrive nei fatti anagrafici come dal punto di vista sociale e in tal senso molto va compiuto attivamente in termini di politica del sociale (welfare, terzo settore, assistenza ai deboli). L’attenzione di una politica di sinistra è nello sguardo che ha verso i poveri, verso i lavoratori, verso i bambini e solo piccoli e modesti passi (sempre positivi e felici) non dissetano del tutto l’arsura della gente.
Che cosa ci sia nel futuro lo ascriverei al tema che durante tutto l’anno ci ha accompagnato e si chiama risorse. Da una parte il fabbisogno alimentare (pensate alla Carta di Milano stilata in occasione di Expo) e dall’altra il fabbisogno energetico cui siamo strettamente legati. La costante richiesta, in particolare, di energia sta uccidendo il mondo perché depaupera i terreni, spreca le fonti idriche, inquina il nostro habitat, le nostre strade e le case. Monreale non è da meno perché più dell’ottanta percento delle nostre abitazioni è in classe G e dunque consuma tanta energia equivalente a più di 17 litri di petrolio per metro quadro e questo ha una impronta energetica negativa sia in termini di inquinamento che di costi di gestione. Ma a questo dato va sommato a quanto sprecato da edifici pubblici e scolastici in genere che non hanno mai attivato politiche di efficientamento energetico.
Cosa mi fanno vedere le tre cose messe insieme? La mia ipotetica strategia politica: operare per una riconquista della storia affinché si possa leggere senza paura un mondo che si trasforma conducendolo verso la salvezza nel favorendo azioni di buona pratica. Tutto ciò qualora i nostri concittadini sappiano cogliere con civiltà, rispetto e sensibilità le vere istanze turistiche e vocazionali del territorio. Quando le amministrazioni presenti e future vogliano spendere per investire nella qualità della vita, nel comfort urbano, nelle scelte apparentemente impopolari ma sagge, nel coordinare linee di crescita sostenibile e responsabile.
Spero che questo canto di Natale commuova chi di dovere e non faccia morire il piccolo Tim Cratchit. A voi tutti il mio personale augurio perché possiate realizzare, in questo nuovo tempo, quanto vi sta più a cuore.