Il viadotto sulla Palermo-Agrigento: Renzi: “Subito il responsabile”. Tonino Russo: “Ma quale crollo?”

Vincenzo Ganci

Regione

Il viadotto sulla Palermo-Agrigento: Renzi: “Subito il responsabile”. Tonino Russo: “Ma quale crollo?”
Intanto la procura di Termini ha aperto un fascicolo

06 Gennaio 2015 - 10:00

La Procura di Termini ha avviato le indagini sul crollo del viadotto Scorciavacche della Palermo-Agrigento, aperto lo scorso 23 dicembre e costato 13 milioni di euro. L’area è stata sequestrata ed i documenti relativi all’opera sono in mano ai magistrati. Ancora nessun indagato, ma gli occhi sono puntati sulle ditte che hanno realizzato i lavori. Sotto accusa i materiali utilizzati dalle ditte che hanno lavorato sul lotto 2A, che interessa 34 chilometri di strada, da Bolognetta fino a Palermo e dove è prevista la costruzione di altri cinque nuovi viadotti ed il miglioramento sismico dei 16 esistenti.

Dopo che tutti i giornali nazionali si sono occupati del caso, anche il premier Matteo Renzi si è espresso sull’accaduto, dichiarando che i colpevoli saranno condannati e chiedendo ad Anas il nome del responsabile. E anche su queste dichiarazioni, ieri è arrivato l’affondo, duro e deciso, dell’ex Deputato Nazionale del PD Tonino Russo. Il dirigente del PD siciliano, originario di Monreale, attacca frontalmente il Governo Nazionale, guidato dal premier Matteo Renzi e lo fa attraverso un post pubblicato su Facebook.

“Nessun viadotto è crollato, né tanto meno ha subito danni – scrive Russo – Si è verificato lo smottamento di una limitatissima tratta di un ‘rilevato in terra’ di circa 25 metri, realizzato nelle adiacenze del viadotto. La causa, probabilmente, sta nel cedimento del sottofondo naturale che, in quanto tale, non era da sottoporre ad interventi. Di questi casi, nel nostro Paese, se ne verificano una cinquantina al giorno, soprattutto nelle stagioni delle piogge”. Continua con queste frasi: “Nessuna persona, animale o cosa è stata messa in pericolo né per imperizia né per caso fortuito. Infatti, la viabilità, fin dai primi indizi di un potenziale cedimento, era stata deviata dalla stessa società esecutrice dei lavori, di concerto con l’Anas, al fine di sistemare l’opera prima della consegna definitiva. La viabilità verosimilmente sarà ripristinata in meno di un mese lavorativo, vista la ridotta portata della frana”.

Poi c’è la parte dedicata all’affondo diretto a Renzi, Lupi e Salvini – “È pure falso, e forse anche ignobile, aver fatto credere che avrebbero pagato i cittadini se non ci fosse stato l’intervento giustiziere, rassicurante e punitivo del presidente Renzi, del ministro Lupi e di Salvini. Nessun costo aggiuntivo sarebbe mai stato pagato dalla collettività, perché in opere di questo tipo, i danni, sempre possibili quanto imprevedibili, sono coperti da polizze assicurative che coprono ogni rischio, tranne in casi accertati di dolo”. Tonino Russo così conclude la stoccata: “Insomma piuttosto che la pacatezza, l’equilibrio e la saggezza istituzionale sembra invece emergere ignoranza, precipitazione e ampie punte di sciacallaggio. No, così non si cambia verso. Si alimenta soltanto la sfiducia, il pessimismo e l’antipolitica. Tutt’altro che una prospettiva od un orizzonte di senso per il nostro Paese!”.

Di certo la sua analisi dei fatti, sicuramente suffragata da verifiche, sono destinate a creare imbarazzo nella maggioranza, dalla quale si attendono adesso le reazioni. Quasi della stessa idea è il segretario regionale Fit-Cisl Anas Antonio De Bardi, che attraverso un comunicato stampa ha dichiarato: “Sul crollo della spalla del viadotto Scorciavacche sulla strada statale 121 Palermo-Agrigento, si è scatenato un clima di caccia alle streghe che fanno urlare allo scandalo con una aspra polemica contro tutti, mentre in realtà dovrebbe apparire chiaro che siamo in presenza di una norma anomala (legge obiettivo 443/2001) che in realtà passa tutte le responsabilità all’impresa che nomina il proprio direttore dei lavori e dunque il suo stesso controllore,  e che non si tratta del crollo di un ponte ma del cedimento del corpo stradale alla spalla del viadotto in un tratto di strada già chiusa al traffico,  per disposizione dei funzionari siciliani di Anas, addetti all’alta sorveglianza, che avevano già ordinato il suo ripristino all’impresa ”.

De Bardi, denuncia inoltre, “la carenza di risorse umane nella sede locale di Anas per le attività di controllo che porta, dato i limiti normativi relativi al blocco delle assunzioni, al ricorso sistematico dell’utilizzo di collaboratori esterni con contratti di collaborazione fittizi e precari, senza i quali l’azienda non sarebbe in grado di sorvegliare alcunché. Si intervenga su questo”. “Per il resto – conclude nello stesso comunicato Amedeo Benigno segretario generale Fit Cisl Sicilia –  siamo convinti che fra le possibile cause del cedimento strutturale del corpo stradale,  possa essere elencata la ‘pressione’ per l’apertura anticipata del tratto stradale esercitata dal vertice aziendale romano dell’Anas sull’impresa e sui funzionari siciliani dell’ufficio di alta sorveglianza, come purtroppo accaduto tante volte negli ultimi anni, allo scopo di far testimoniare ai media, più che efficienza, il presenzialismo dello stesso management”.

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