Processo “Nuovo Mandamento”: 250 anni di carcere. Valanga di assolti – TUTTI I NOMI

Redazione

Cronaca

Processo “Nuovo Mandamento”: 250 anni di carcere. Valanga di assolti – TUTTI I NOMI
Antonino Sciortino, ritenuto figura chiave, è stato assolto. Attesa per le motiviazioni

19 Dicembre 2014 - 10:00

Trentadue condanne per 250 anni di carcere e una ventina di assoluzioni, alcune pesantissime. Ecco come si conclude il maxi processo alla mafia di una grossa fetta della provincia di Palermo, compresa fra San Giuseppe Jato e Partinico e che ha coinvolto tantissimi monrealesi.

Nel 2013 finirono in carcere 61 persone. La stragrande maggioranza degli imputati – sono 54 – ha scelto di essere processate con il rito abbreviato. Tra gli assolti c’è Antonino Sciortino (difeso dagli avvocati Ugo Castagna e Gioacchino Sbacchi), perno centrale delle indagini visto che era considerato il capo del supermandamento di Camporeale. Lo stanno per scarcerare dal penitenziario di Novara dove è rinchiuso al 41 bis dal mese di aprile 2013.

Assolto pure l’ex sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, difeso dagli avvocati Enrico Sanseverino e Luigi Mattei. Era accusato di estorsione e concussione assieme. Non ha retto al vaglio del giudice l’ipotesi che avesse chiesto soldi ad un imprenditore che stava ristrutturando la palestra del paese.

Ecco tutti i nomi degli imputati e le rispettive sorti processuali decise dal giudice per le indagini preliminari Gioacchino Scaduto:

  • Antonino Sciortino – assolto
    Salvatore Mulè – 18 anni
    Giuseppe Speciale – 8 anni
    Francesco Lo Cascio – 20 anni
    Giuseppe Lo Voi – 19 anni e due mesi
    Giuseppe Marfia – 12 anni
    Francesco Matranga – 10 anni
    Giuseppe Micalizzi – 5 anni
    Francesco Vassallo – 10 anni e 10 mesi
    Salvatore Tocco – 2 anni e 4 mesi
    Vincenzo Madonia – 12 anni
    Christian Madonia – assolto
    Antonio Badagliacca – assolto
    Davide Buffa – assolto
    Francesco Sorrentino – assolto
    Salvatore Romano – 10 anni e 8 mesi
    Santo Porpora – 8 anni
    Domenico Billeci – 10 anni e 8 mesi
    Carmelo La Ciura – 15 anni e 4 mesi
    Onofrio Buzzetta – assolto
    Vincenzo La Corte – assolto
    Ignazio Grimaudo – assolto
    Giovanni Rusticano – 9 anni e 4 mesi
    Salvatore Lombardo – 8 anni
    Giacomo Maniaci – assolto
    Giuseppe Abbate – 8 anni
    Antonino Giambrone – 8 anni
    Angelo Cangialosi – 6 anni e 8 mesi
    Giacomo Tinervia – assolto
    Sergio Damiani – assolto
    Calogero Caruso – 8 anni
    Antonino Lombardo – assolto
    Santo Abbate – assolto
    Francesco Abbate – assolto
    Vincenzo Giuseppe Cucchiara – assolto
    Vito Donato – assolto
    Salvatore Prestigiacomo – 6 anni e 8 mesi
    Raimondo Liotta  – assolto
    Rosario Parrino – assolto
    Giovanni Longo – 3 anni e 4 mesi
    Sebastiano Bussa – 3 anni
    Francesco Gallo – sei mesi
    Giovanni Gerardo Ramacca – 8 mesi
    Giovanni Battaglia e Vincenzo Battaglia – assolti
    Giovanni Cannella – assolto
    Baldassarre Di Maggio – 7 anni e 10 mesi
    Pietro Ficarotta – 7 anni e 10 mesi
    Gaspare Lo Cascio – assolto
    Salvatore Voi – 2 anni e 4 mesi
    Giuseppe Mulè – 10 anni e due mesi
    Vincenzo Mulè – 4 mesi di arresto con sospensione condizionale della pena
    Antonino Parrino – assolto
    Demetrio Schirò – 4 mesi di reclusione
    Sebastiano Spica – assolto

Dalle indagini dei carabinieri del gruppo di Monreale venne fuori che i clan mafiosi avevano creato un organismo gerarchicamente superiore con l’obiettivo di coordinare le attività dei due mandamenti. Il ruolo chiave di supervisore sarebbe stato affidato ad Antonino Sciortino, originario di Camporeale. Ufficialmente faceva l’allevatore. Scarcerato nel 2011, dopo avere scontato una condanna a dodici anni, avrebbe preso il bastone del comando. Sarebbe stato lui a raccogliere le istanze che arrivavano dal territorio. E in particolare da Giuseppe Speciale e Salvatore Mulè che, secondo gli investigatori, reggevano le sorti rispettivamente dei mandamenti di San Giuseppe Jato e Partinico. Ecco perché l’assoluzione di Sciortino è di quelle che pesano. Importante sarà leggere le motivazioni della sentenza.

Riscontri alle indagini sono arrivate da Giuseppe Micalizzi, 41 anni. Faceva parte della manovalanza della cosca mafiosa di Monreale, ma ha deciso di pentirsi. Si è trovato coinvolto in un omicidio, ha capito di essere stato usato dal clan e soprattutto che rischiava l’ergastolo. La vittima è Giuseppe Billitteri. Un caso di lupara bianca, il suo, nell’ambito della lotta per il potere. Quattro imputati accusati dell’omicidio hanno scelto il rito ordinario: Giuseppe Lucido Libranti, Giuseppe Lombardo e Giuseppe Antonio Vassallo.

Nell’elenco degli imputati c’è anche il nome di Salvatore Lombardo, classe 1969, latitante.Avrebbe fatto parte della famiglia mafiosa di Montelepre con un compito delicato: tenere i rapporti fra i boss americani e quelli siciliani. Negli Stati Uniti non basta la “generica” accusa di associazione mafiosa per arrestare una persona. E’ necessaria la contestazione dei cosiddetti “reati fine” cioè di reati specifici che vengono commessi in nome e per conto di Cosa nostra. E Lombardo, dotato di passaporto americano, negli States è un uomo libero.

(Livesicilia)

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