VERSO LE PRIMARIE DEL PD – Un caffè con Vittorio Di Salvo

Giorgio Vaiana

Cronaca

VERSO LE PRIMARIE DEL PD – Un caffè con Vittorio Di Salvo
Seconda puntata della nostra mini-rubrica. L’intervista con il secondo candidato alla giornata delle primarie che si svolgerà il 13 ottobre

10 Settembre 2013 - 10:00

Vorrei iniziare con Lei, come ho iniziato con Lo Biondo. Era necessario fare le primarie?

“Assolutamente sì. Si tratta di una scelta che deve partire dal basso, specialmente nei comuni come il nostro, in modo tale che il cittadino venga coinvolto al 100 per cento, che dica la sua, ma soprattutto che partecipi. Che sia simpatizzante del centro-sinistra o meno”.

Non le preoccupa il gioco dei voti truccati nelle primarie?

“All’interno di un percorso politico ci sono simpatie, furbizie, antipatie. Ma il Pd è un partito sano. E poi più persone parteciperanno a queste votazioni, più sarò contento. Il  nostro partito è abituato a scegliere democraticamente. Certo, ci sono opinioni differenti, ma credo che il nostro partito sia quello che incarni più di altri i valori di partecipazione e democrazia”.

Credo che ormai Monreale abbia toccato il fondo, ma chi ha la colpa di questo tracollo?

“Le colpe dell’amministrazione sono sotto gli occhi di tutti. Molti parlano solo di dissesto economico, ma ritengo che in primo luogo si debba parlare di degrado sociale e culturale. Chiaro che la destra che ha governato questo paese in maniera scellerata, ha fatto solo proclami ed annunci, senza mai realizzare servizi per i cittadini”.

E di Filippo Di Matteo che mi dice?

“È un cittadino monrealese ed un professionista che ha ereditato l’amministrazione dalla destra monrealese ed ha deluso anche la stessa destra, visto che non ha mantenuto le sue promesse. Il simbolo di quanto dico è la lite fra lui e Caputo, credo per una mera gestione del potere che si scontra con il loro carattere. E Monreale da questa lite non ne ha mai tratto giovamento”.

Chi sono i suoi “avversari”, Lo Biondo e Leto?

“Sono amici che conosco da molto tempo, con i quali ho condiviso numerose battaglie contro l’amministrazione. Con loro adesso stiamo condividendo un percorso, non siamo nemici messi uno contro l’atro. Stiamo facendo un confronto ed abbiamo tutti lo stesso obiettivo:coinvolgere il maggior numero di persone. Se dovesse vincere uno dei due? Sarei contento, ma preferisco vincere io (ride, ndr)”.

Utilizzate spesso la parola “cambiare”. Monreale può cambiare?

“Ormai siamo arrivati ad un punto di non ritorno, in cui la gestione della cosa pubblica deve essere fatta in maniera diversa: con più trasparenza, più legalità e più generosità. È un atto doveroso nei confronti dei monrealesi”.

Qual è la situazione attuale del Comune?

“Una sorta di malato terminale che necessita di cure e cure per  il tentativo disperato di salvarlo. Ci si riesce mettendo sul tavolo risorse per i servizi della città. Certo, ho contezza di quella che è la situazione economica della città, ma credo che la sinergia fra le associazioni di volontariato, od una nuova e più efficace sinergia con la Curia, possano essere i punti dai quali ripartire”.

Non si potrebbe ripartire dalla valorizzazione del Duomo?

“Credo di sì. Ma la Curia ha in mano il pallino del gioco. Ritengo che un biglietto unico, insieme al Chiostro ed al complesso monumentale, possa essere il punto dal quale iniziare. Poi sarà compito dell’amministrazione istituire una rete di alberghi, bed and breakfast, attività commerciali, per creare una serie di attrattive turistiche che invitino il turista a rimanere un paio di giorni nella nostra città. Ci vuole un piano strategico per il turismo. Vero, però. Non come quello della destra, di cui non c’è traccia. Si devono fare meno chiacchiere”.

Della situazione rifiuti che mi dice?

Monreale è a 30 giorni dalla gestione diretta dei rifiuti senza un piano di intervento. Secondo me si confida sul fatto che ci sarà una nuova proroga. Ma tutto questo è assurdo. La nostra città non può rimanere in attesa. La gente sta pagando un costo del servizio, nella vecchia Tarsu, che è esorbitante ed è frutto di chi ha costituito questa società, con assunzioni fatte senza gara di evidenza pubblica. Ecco come si è creato il buco nero nelle finanze del Comune. Considerate che nel 2004 l’Ato costava 3,9 milioni; siamo saliti a 7,8 nel 2011 per scendere a 5,8 quest’anno. Ma la gestione è sempre stata fatta senza efficienza, economicità ed efficacia. Ecco perché si sono creati questi buchi incolmabili. In questo momento si dovrebbe pensare ad indire una gara per la ricerca di una nuova società che faccia la raccolta con meno soldi e più servizi. Poi ipotizzare la gestione diretta”.

Eppure Monreale vanta un territorio incredibilmente ricco e pieno di storia…

“Già. Bisognerebbe valorizzarlo, fare della sua vastità una risorsa per il Comune”..

Quale sarebbe la prima cosa che farebbe se diventasse sindaco?

“Un gesto simbolico. Entrerei nel Palazzo di Città con una delegazione di cittadini, per far capire a tutti che quello è il palazzo dei monrealesi, non dell’amministrazione”.

Ha già ipotizzato una sua squadra?

“Certo. Non vorrei accanto la peggiore destra degli ultimi 20 anni e coloro che, soprattutto, sono stati coinvolti nell’amministrazione di questi ultimi 20 anni, ma solo chi ha voglia di cambiare Monreale”.

Capitolo scuole…

“Saranno uno degli interventi programmatici del centro sinistra. Ci impegneremo ad affrontare tutte le criticità e le situazioni pessime. Non si può intervenire solo in casi emergenziali”.

Ed i giovani?

“Loro faranno di certo parte del nostro cammino per risollevare Monreale. Le risorse più fresche sono quelle in cui bisogna investire. Di certo un componente della Giunta sarà un giovane”.

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