Funerali Provenzano, monsignor Pennisi: “Solo preghiera al cimitero”

Redazione

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Funerali Provenzano, monsignor Pennisi: “Solo preghiera al cimitero”
L'arcivescovo di Monreale spiega la decisione dopo il divieto del Questore di Palermo ai funerali. Ed è polemica tra il sindaco di Corleone e il legale del boss.

15 Luglio 2016 - 10:00

Bernardo Provenzano, il boss in regime di 41bis e deceduto dopo una lunga malattia (leggi qui), sarà cremato a Milano, per poi tornare in Sicilia. Il Questore di Palermo Guido Longo ha però vietato i funerali religiosi, “La mia decisione di vietare i funerali a Bernardo Provenzano è legata alla ‘pubblicizzazione’ dell’evento, non certo al sacramento. – Ha spiegato il Guido Longo – Vietare le esequie in chiesa e il corteo funebre è appunto legato al carattere ‘pubblico’ della cerimonia, ma nessuno si sogna di impedire un momento di preghiera privato nel cimitero ai familiari”.

Ci sarà soltanto una preghiera al cimitero, autorizzata dall’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi, diocesi da cui dipende Corleone. “Il cappellano del cimitero di Corleone o un altro sacerdote benedirà il feretro e ci sarà un momento di preghiera – ha detto monsignor Pennisi – Una preghiera non si può negare a nessuno. Provenzano ha subito la giustizia umana. Non so se in punto di morte o se prima, durante la detenzione, si sia confessato o si sia pentito davanti a Dio. In punto di morte tutti i peccati possono essere perdonati dal confessore. Nell’anno della misericordia – ha spiegato riferendosi alla scomunica papale dei mafiosi – tutti i sacerdoti possono assolvere dalla scomunica che non è una condanna all’inferno, ma una censura ecclesiastica: un modo per dire ‘stai attento'”.

“E’ chiaro, non possiamo che esprimere assolutamente una condanna, ma il giudizio spetta a Dio. La scelta di impedire i funerali pubblici per Provenzano va rispettata. Non posso che dire questo, per la mia sensibilità e per il mio compito di pastore, ma l’ultima parola spetta a Dio”. E’ quanto ha dichiarato l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice a margine di un incontro interreligioso nel Palazzo Arcivescovile di Palermo. “Gli uomini fanno delle scelte e delle scelte sono state fatte, ma il giudizio spetta a Dio – ha aggiunto – ed è un giudizio che resta avvolto da un mistero che non possiamo che rispettare”.

Ma c’è un duro botta e risposta fra il sindaco di Corleone e il legale del boss. “I cittadini onesti di Corleone si tolgono dalle spalle un pezzo di storia criminale, che è stata rappresentata dal boss Bernardo Provenzano” – ha detto Lea Savona a 24Mattino su Radio24 -. Anche io avrei fatto lo stesso – ha ripetuto sul divieto del Questore ai funerali – perché Provenzano non è degno di avere dei funerali aperti al pubblico“. Poi la domanda se Provenzano debba o no essere sepolto a Corleone: “Io questo non posso impedirlo. Io parlo di una forma di giustizia ai cittadini perché questa persona non ha portato lustro a Corleone”.

Non si fa aspettare la replica dell’avvocato di Provenzano, “Il sindaco di Corleone pensi a risolvere i problemi del suo paese. Visto che il sindaco non ha il potere di vietare che Provenzano venga sepolto nel cimitero – ha detto l’avvocato all’Adnkronos – se ne farà una ragione. Dal momento che il paese rischia di essere sciolto per mafia – ha aggiunto poi il legale – dopo la morte di Provenzano, il problema non si pone più perché ora la mafia non c’è più…. O no?”.

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