Palermo, due cerimonie in memoria di Roberto Antiochia, Ninni Cassarà e Gaetano Costa

Redazione

Palermo - L'anniversario

Palermo, due cerimonie in memoria di Roberto Antiochia, Ninni Cassarà e Gaetano Costa
La prima in piazza Giovanni Paolo II, la seconda in via Cavour

06 Agosto 2019 - 14:27

Due cerimonie di commemorazione questa mattina a Palermo, per ricordare il sacrificio dell’agente della Squadra Mobile Roberto Antiochia e del vice questore Ninni Cassarà avvenuta il 6 agosto del 1982 e in via Cavour per ricordare la figura del Giudice Istruttore Gaetano Costa, avvenuta sempre il 6 agosto del 1980, uccisi dalla mafia.

Alle due commemorazioni, erano presenti tra gli altri, il Prefetto di Palermo Antonella de Miro, il Questore Renato Cortese, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’assessore Gaetano Armao in rappresentanza della Regione Siciliana, i massimi rappresentanti delle forze armate e una nutrita rappresentanza dell’Anps di Monreale in divisa. Le iniziative sono state organizzate in collaborazione con la Questura di Palermo. Nel corso della commemorazione di Antiochia e Cassarà, che si è tenuta in piazza Giovanni Paolo II, è stata scoperta una stele in memoria dei due e deposta una corona di alloro, a nome del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli. Successivamente è stata celebrata una messa presso la cappella di Maria santissima della Soledad.

“Oggi ricordiamo il sacrificio di due servitori dello Stato che con coraggio hanno combattuto la mafia e che in anni difficilissimi dedicarono il proprio impegno alla caccia ai latitanti. Anche grazie all’esempio di questi uomini, oggi le istituzioni a Palermo sono unite e impegnate senza equivoci nella lotta alla mafia”.

“Oggi facciamo memoria del procuratore Gaetano Costa ucciso dalla mafia in quel terribile 1980 di sangue – ha aggiunto il sindaco Orlando -. Costa era un magistrato colto e intransigente, costretto a operare in condizioni di isolamento dentro lo stesso Palazzo di Giustizia e spesso considerato con ostilità anche dai suoi colleghi. Rendergli memoria è riconoscere che egli ha compiuto il proprio dovere con professionalità e dedizione sino all’estremo sacrificio, e che resta a noi il compito di proseguire su un cammino che ha liberato la Città dal governo della mafia, ma non ancora dalla mafia armata e affaristica”.

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