Le frazioni dimenticate – Grisì

Redazione

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Le frazioni dimenticate – Grisì
Comincia la nostra inchiesta dedicata alle frazioni monrealesi. Oggi iniziamo con quella più lontana, Grisì. Dove i politici e gli uomini dell’amministrazione si vedono molto poco

22 Febbraio 2016 - 09:34

Comincia oggi il nostro “viaggio” nelle frazioni di Monreale. Un’inchiesta lunga cinque puntate che racconterà di come si vive nelle località che appartengono al comune di Monreale ma che spesso sono totalmente abbandonate. Oggi cominciamo da Grisì, la più lontana dal centro storico: oltre 40 chilometri. Ecco cosa abbiamo trovato.

Un ingresso solitario. Il rumore della pale eoliche che sono a poca distanza. Grisì accoglie così i visitatori. Che saranno davvero pochi a giudicare dalle facce sbigottite delle poche persone che incontriamo per strada. Qui di “forestieri” non se ne vedono tanti. Poche case, 1.100 abitanti più o meno, una farmacia, la scuola, due bar, una pompa di benzina, qualche venditore ambulante, la delegazione comunale e i Carabinieri. Ecco, in sintesi Grisì, frazione di Monreale, ma che di monrealese ha davvero poco. Ci vogliono, orologio alla mano, quasi 50 minuti di strada dal Duomo alla frazione. La strada di accesso lascia un po’ a desiderare e ci si ritrova in pieno centro cittadino senza rendersene conto. Ecco che appaiono le case, antiche, vetuste. Alcune sono state ristrutturare. I colori delle facciate sono improponibili: verdino, fucsia, alcuni non definibili. C’è la scuola, vecchia anche lei. Un ufficio postale che apre tre volte la settimana, il martedì, il giovedì e il sabato. Poi c’è un bar. Entriamo. Qualche persona. Una signora prepara il caffè e ha la voglia di chiederci chi siamo e cosa facciamo lì. Non lo farà. Poco più avanti segni di vita: una signora pulisce l’androne; un fattorino consegna dei pacchi; un venditore ambulante vende frutta a due persone anziane. Atmosfera tranquilla. Strade pulitissime. E questa cosa ci sorprende. Davvero: non c’è una cartaccia a terra. Ci spostiamo verso la periferia. C’è la delegazione. All’interno i tre dipendenti. I locali sono piccoli, ma ben curati: “Li abbiamo puliti noi”, ci dicono.

Grisì porta ancora i segni del terremoto del ’68, ma nessuno se ne accorge fino in fondo. Qui ormai il tempo è passato, ma i problemi sono rimasti. “Siamo alle solite – dice un residente -. Qui gli amministratori si fanno vedere solo in tempo di elezioni. Poi spariscono”. E la sensazione è che i residenti di Grisì siano abbandonati a loro stessi. Perché non c’è nessun riferimento istituzionale a dar loro supporto. Se non tre consiglieri comunali che abitano a Grisì (Gina Cucchiara, Antonella Giuliano e Rossella Pica). Ma anche per loro il dialogo con l’amministrazione è davvero complesso.

Polizia municipale non pervenuta. “Viene solo in casi di emergenza e per la processione”, precisa un residente. Eppure qualche magagna da scoprire qui ci sarebbe eccome. Ce lo lasciano intuire… Perfino riparare un gradino è quasi impossibile, così come sostituire una lampadina dei lampioni. “Ci arrangiamo – dice un altro residente – facciamo da soli e mettendo mano alle risorse personali. Ma non si può sempre continuare così, anche se questa storia va avanti da troppi sindaci”. Da Pantuso, addirittura, passando per Caputo, poi Gullo, Di Matteo e infine Capizzi, “tutti si ricordano di noi solo per questi 700 voti circa che risultano poi essere determinanti. E poi non li vedi più”.

Ma le tasse a Grisì le pagano come i monrealesi: “Qui non abbiamo nulla di turistico, siamo una località agricola, eppure paghiamo le tasse come se avessimo un appartamento in piazza Duomo. Ma che senso ha?” Ed un senso, effettivamente non c’è, visto che a Grisì di turistico non c’è niente. Due autobus privati “raccolgono” i ragazzi che vanno al liceo ad Alcamo e Partinico, poi nessun mezzo di trasporto se non quelli privati. E gli svaghi? “Niente – dice un residente – né per gli anziani né per i ragazzi”.

Eppure basterebbe davvero poco: un centro aggregativo per dare un posto agli anziani del luogo di incontrarsi, una struttura sportiva, magari una palestra non privata per i giovani che invece vanno ad allenarsi altrove o approfittano del campetto della parrocchia quando non piove. Ma è davvero troppo poco. Il progetto della nuova scuola sembra naufragato definitivamente. Così come i fondi delle pale eoliche (25 mila euro l’anno) che non vengono destinati e spesi per la frazione. “Una piccola cifra – dice un residente – ma potremo fare tante piccole riparazioni con questa somma”.

Ma di questi soldi non si vede un centesimo… E Grisì rimane abbandonata al suo destino.

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