Aziende, immobili e soldi a palate: ma il tunisino trafficava migranti

Redazione

Regione - L'operazione della Guardia di Finanza

Aziende, immobili e soldi a palate: ma il tunisino trafficava migranti
Per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro, di aziende, immobili, disponibilità finanziarie

25 Giugno 2020 - 08:57

Il tribunale di Trapani, su richiesta della procura della Repubblica di Palermo, ha emesso un provvedimento di sequestro, per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro, di aziende, immobili, disponibilità finanziarie nei confronti del tunisino Fadhel Moncer (classe ‘80), eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo, con il supporto dei colleghi del Comando provinciale di Trapani.

Nel gennaio 2019, Moncer, unitamente ad altri 13 indagati, è stato destinatario di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito dell’indagine denominata “Barbanera”, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, all’esito della quale lo stesso è stato ritenuto a capo di un’associazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, costituito da cittadini tunisini e italiani operanti tra il Nord Africa e le province di Trapani, Agrigento e Palermo.

Nel periodo monitorato dalle indagini (2017-2019), l’associazione a delinquere capeggiata da Moncer ha dimostrato di disporre di una solida e radicata struttura organizzativa e di adeguate risorse umane e materiali, potendo contare su numerosi mezzi nautici in grado di effettuare, stabilmente, traversate sulla rotta marittima dalla Tunisia alla Sicilia finalizzate all’ingresso illegale nel territorio italiano di migranti e consistenti quantitativi di tabacchi esteri di contrabbando.

Per ogni “viaggio”, i cittadini extracomunitari arrivavano a pagare anche il prezzo di 3.000 euro. Inoltre, in passato, nel 2012, lo stesso Moncer era stato arrestato per aver detenuto armi ed esplosivi, verosimilmente destinati ad essere utilizzati sul territorio nazionale. La procura della Repubblica di Palermo, tenuto conto di tali condotte, ha pertanto delegato accertamenti economico-patrimoniali agli specialisti del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, che hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati nel tempo dall’uomo.

Sulle base delle evidenze raccolte il tribunale di Trapani ha disposto il sequestro di un immobile, due aziende e terreni ubicati a Marsala e Mazara del Vallo, nonché di un’auto e di disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a circa 1,5 milioni di euro. Una delle due imprese sottoposte a sequestro opera nel settore agro-alimentare, mediante la coltivazione in serra di prodotti stagionali, su terreni estesi per circa due ettari. La seconda impresa ha esercitato l’attività di ristorazione in una zona centrale di Mazara del Vallo fino al sequestro avvenuto a conclusione dell’operazione “Barbanera” nel gennaio 2019: attualmente l’azienda, ancora sotto sequestro, è affidata in gestione a un’impresa terza su autorizzazione dell’Autorità giudiziaria.

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