Elezioni 2018, la fine delle logiche clientelari

Raimondo Burgio

Matita di Legno

Elezioni 2018, la fine delle logiche clientelari

05 Marzo 2018 - 11:37

Già ieri notte meditavo in merito alla lettura che scaturisce dal risultato del voto espresso in questa tornata elettorale. Il vero dato che qualcuno difficilmente digerirà è che questa affermazione grida un gigantesco “ no” alle logiche clientelari che sino al 3 marzo hanno sottomesso la gente del Sud. Difficilmente può essere tutto quanto ricondotto alla vecchia logica delle ideologie di partito. La lettura è più articolata, più frastagliata, maggiormente scontornata perché risponde al malumore, al mal di pancia, alla insoddisfazione, alla incapacità di sentirsi realmente partecipi di un fenomeno democratico.

Il Movimento 5 Stelle ha saputo prendere e interpretare il pensiero di una classe più o meno giovane insoddisfatta che da anni non riesce più a incidere e che al tempo stesso lotta con la generazione precedente. Hanno interpretato il disagio del commerciante, dell’industriale, come quello del proletario. Nonostante a livello nazionale si voglia imporre una lettura che vuole la destra vincente, in realtà possiamo ben dire che “Berlusconi è scaduto” come una attivista delle Femen ha giustamente fatto notare ieri, e come dall’altra parte Renzi esca totalmente sconfitto e cancellato da un voto che anche a livello locale fa emergere la difficoltà di accettare logiche poco proporzionali e di imposizione.

È fin troppo evidente che un voto del genere è del tutto differente. Abbiamo una realtà sociale ed economica che assume una conformazione diversa, e il parallelo mi viene semplice: se da una parte oggi lavoro su un tavolo in legno massello da domani cucinerò in un ambiente fatto di mobili in truciolare, prodotti dallo scarto di quel legno e da un insieme di cose velenose e instabili che possono nuocere alla nostra salute. E questo è il quadro che si sta configurando, il rischio che stiamo vivendo.

L’astensionismo da una parte, con la forza di un silenzio attonito e disgustato ha come contraltare la protesta decisa e affermata del voto che ha acclamato il Movimento 5 Stelle. Tale situazione ci fa perfettamente capire che la società oggi è appunto un miscuglio di scarti di legno, non c’è più l’ideologia intelligente e naturale della fibra e della resina che tiene tutto quanto insieme, ma abbiamo un universo puntellato e multiforme, a tratti ignorante e vulnerabile, che cerca di farsi valere e che è stanco della mancanza di soluzioni. I politicanti imparino da un movimento che ha nel volontariato e nella ramificazione “home to home” del web il loro punto di forza grazie a un’idea di maggiore attivismo e partecipazione trasparente lontana dagli interessi di poltrona.

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