Regione, danno erariale, la monrealese Monterosso deve restituire 1,3 milioni

Redazione

Palermo

Regione, danno erariale, la monrealese Monterosso deve restituire 1,3 milioni

09 Febbraio 2018 - 17:41

L’ex segretario generale della Regione siciliana, la monrealese Patrizia Monterosso dovrà restituire 1,3 milioni di euro. Sono le somme indicate come danno erariale sia in primo grado che in appello dalla Corte dei conti. Lo stesso dovranno fare i due ex assessori accusati insieme alla monrealese: Carmelo Incardona dovrà risarcire 800 mila euro (cifra scesa di 30 mila euro in secondo grado), Luigi Gentile dovrà restituire 224 mila euro. La vicenda è quella relativa ai cosiddetti “extrabudget” nella Formazione professionale. Si tratta di integrazioni, considerate illegittime, ai contributi destinati agli enti dal Piano regionale per l’offerta formativa del 2007. Hanno retto, sia in primo grado, sia in Appello le tesi dell’accusa.

“Pervennero al dipartimento della formazione professionale – spiegano i giudici di Cassazione – numerose istanze volte a ottenere, spesso con motivazioni generiche, sostanziose integrazioni dei finanziamenti assegnati, parte parte delle quali fu proposta quando l’attività di formazione non era ancora iniziata o era ancora in corso, ed altra parte quando i progetti formativi erano già stati espletati ed in corso di rendiconto”.

La Cassazione ha respinto tutte le censure avanzate da Monterosso (sei), Incardona (due) e Gentile (una censura e una ‘sub-censura’). Nel caso della monrealese Patrizia Monterosso, il ricorso in appello era stato giudicato inammissibile, negli altri casi non hanno invece retto le tesi difensive, secondo cui sarebbe venuto meno il danno erariale, la Regione aveva infatti avviato le procedure per recuperare le somme erogate (circa 4 milioni di euro), attraverso compensazioni e ingiunzioni di pagamento agli enti. Una procedura che ha portato all’avvio di un processo per peculato a carico di Patrizia Monterosso. Procedimento dal quale è stata prosciolta pochi giorni fa perché “il fatto non sussiste”. Adesso però arriva la condanna contabile definitiva.

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