Il mercato nero dei ricambi, rubavano mezzi per rivenderli a pezzi: 7 arresti e 17 denunce

Redazione

Palermo

Il mercato nero dei ricambi, rubavano mezzi per rivenderli a pezzi: 7 arresti e 17 denunce

24 Novembre 2017 - 12:35

Rubavano veicoli per da rivendere a pezzi. Con l’operazione Dirty Cars, la polizia ha disarticolato un’organizzazione criminale dedita alla commissione dei reati di ricettazione e riciclaggio di veicoli. L’indagine è stata svolta congiuntamente dalla Squadra Investigativa del Commissariato Brancaccio e dalla Squadra Giudiziaria del Compartimento di Polizia Stradale per la Sicilia Occidentale di Palermo. I poliziotti hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti di 7 persone, 3 in carcere e 4 ai domiciliari. Ad essere colpiti dalla misura i componenti di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di ricettazione e riciclaggio di veicoli nel capoluogo palermitano e nelle aree limitrofe. I tre soggetti condotti in carcere sono i palermitani: Giuseppe Di Maria; Tommaso Tutone e Rocco Tutone. I quattro finiti agli arresti domiciliari sono i palermitani: D.M.P.; D.M.R.; N.A; T.S..

Il gruppo, che aveva come base operativa un’officina meccanica nella zona industriale di Brancaccio, è stato individuato a seguito di una lunga e complessa indagine sul fenomeno della ricettazione e del riciclaggio di veicoli. Le indagini si sono sviluppate attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali. Le indagini hanno accertato come il sodalizio criminale avesse scientificamente diviso i ruoli ai singoli membri, attribuendo a ciascuno responsabilità diverse in ordine alla filiera criminale, che andava dalla ricettazione delle vettura allo smaltimento delle parti dei mezzi rubati non più utilizzati. A capo dell’organizzazione vi era il gestore dell’officina meccanica, Giuseppe Di Maria. Limitrofo all’officina meccanica era attivo un deposito, gestito sempre dall’uomo, dove venivano introdotti diversi veicoli rubati.

nel deposito Di Maria, insieme ad altri indagati, smantellava i veicoli i cui pezzi ed organi meccanici venivano montati e riassemblati in altri veicoli identici per marca e modello, o comunque compatibili, al fine di nasconderne la provenienza illecita. Dalle indagini è anche emerso che una società “onlus” impegnata nella assistenza e nel trasporto di disabili impiegasse veicoli frutto di riciclaggio. E’ stato, inoltre, accertato che, ad operazione ultimate, il gruppo provvedeva anche a disfarsi delle carcasse e di altro materiale non utilizzato avvalendosi di diversi soggetti estranei all’organizzazione, ma che mettevano i loro mezzi a disposizione per tale scopo. Altri soggetti invece si rivolgevano al sodalizio allo scopo di venire in possesso di veicoli rubati o di parti meccaniche da utilizzare come ricambi, consapevoli della loro provenienza; attività che ha portato alla denuncia in stato di libertà di altre 17 persone.

Durante le indagini è anche emerso come alcuni degli indagati siano stati coinvolti in reati estorsivi, poiché in singoli episodi, attraverso minacce, pretendevano ed ottenevano dalle vittime di furti di veicoli, cospicue somme di denaro per la restituzione dei mezzi rubati, utilizzando il metodo del “cavallo di ritorno”. Sono tuttora in corso perquisizioni presso altri siti nella disponibilità degli associati dove si sospetta si siano concretizzati altri analoghi episodi.

Altre notizie su monrealepress

Autorizzazione del Tribunale di Palermo N. 621/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana
redazione@monrealepress.it