“Riconquista Monreale”, il manifesto sulla recinzione del Duomo

Redazione

Cronaca

“Riconquista Monreale”, il manifesto sulla recinzione del Duomo

19 Settembre 2017 - 11:33

Continuano ad essere affissi manifesti e scritte in città che incitano ad una “riconquista di Monreale” da parte di ignoti. Questa volta la segnalazione arriva dal Collettivo Arci Link. Un manifesto è apparso la scorsa notte sulla recinzione della Cattedrale, dunque in pieno centro, come sempre nessuno ha notato o sentito nulla. “Gli eredi di Guglielmo – h detto  Toni Renda del Collettivo – vogliono riconquistare Monreale? Saranno americani? Oppure saranno le maestranze arabe che contribuirono a costruire la cattedrale? Appaiono strane scritte incomprensibili a chi possiede un po’ di intelletto sulle cancellate del simbolo di Guglielmo il buono, sul simbolo del groviglio delle culture. Chi sarà mai? E soprattutto cosa vorranno dire? Cosa vorranno dai monrealesi? Forse un amante tradito, o forse più probabilmente un amante respinto, sicuramente uno stalker”.

“Un gruppo di ignoranti – continua Renda – che voleva togliere qualsiasi dubbio, ancora una volta si presenta di nascosto per esibire una frase fatta di dubbia comprensibilità. Si muovono di notte, come ladri e topi, questo già ci dice tanto della loro personalità. Propongo slogan ritriti privi di argomentazione, questo ci racconta il loro grado di intelletto. Ma questo già lo sanno tutti; i cittadini di San Martino lo sanno bene, tanto è vero li hanno scacciati; lo sanno anche i residenti monrealesi che hanno fatto satira sulla “difesa della casa”, “dalla mafia”, “dall’inquinamento”, insomma dall’ignoranza”.

Renda poi si rivolge all’amministrazione e alla Diocesi: “La cosa ancora da capire è: quale è la posizione dell’amministrazione? Quale è la posizione della chiesa? Dopo un ennesimo attacco all’intelligenza le domande non sono più eludibili, ed allora le poniamo. Non ci si può nascondere per sempre – conclude nel suo messaggio il Collettivo – e soprattutto non si può non schierarsi pubblicamente. Rompere il muro del silenzio è abbattere i muri dell’ignoranza: la “Parola”, insegna qualcuno, ha un potere “salvifico” e non utilizzarla è una responsabilità”.

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