Mafia, sequestro da 1,6 milioni a quattro boss palermitani

Redazione

Palermo

Mafia, sequestro da 1,6 milioni a quattro boss palermitani

23 Agosto 2017 - 09:20

Beni per un valore complessivo di circa 1.600.000 euro. E’ il bilancio del sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza di Palermo, al termine di indagini della Procura della Repubblica, rivolte a elementi di spicco di “cosa nostra”.

Tra questi spicca Giovanni Bosco (classe 1956), già reggente della famiglia mafiosa palermitana di “Boccadifalco – Passo di Rigano” ed in carcere dal 2001 per associazione a delinquere di tipo mafioso. Infatti, le indagini a suo tempo svolte hanno permesso di dimostrare come Bosco avesse partecipato a numerose riunioni con importanti esponenti dell’organizzazione mafiosa di altri mandamenti, tra i quali:

Giulio Caporrimo (reggente del mandamento di “Tommaso Natale”);
Andrea Luparello (uomo d’onore della famiglia di “Tommaso Natale”);
Cesare Lupo (reggente del mandamento di “Brancaccio”);
Antonino Sacco (detto “Sacchiteddu”, uomo d’onore della famiglia di “Ciaculli”);
Giuseppe Arduino (uomo d’onore del mandamento di “Brancaccio”);
Salvatore Seidita (reggente del mandamento della “Noce”);
Gaetano Maranzano (del mandamento della “Noce”);
Giuseppe Calascibetta (uomo d’onore della famiglia di “Santa Maria di Gesù” ucciso a colpi di pistola a Palermo il 19 settembre 2011).

Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle del Gico hanno, inoltre, consentito di individuare altri soggetti responsabili di aver illecitamente accumulato ingenti patrimoni e che, per tale motivo, sono stati colpiti dalla misura di prevenzione patrimoniale. Si tratta, in particolare, di:

Giacomo Vaccaro (classe 1955), condannato in via definitiva e ritenuto vicino al noto Giuseppe Guttadauro (classe 1948);
Girolamo Celesia (classe 1968), elemento di spicco della famiglia mafiosa di Palermo-Brancaccio, condannato anch’egli nel 2015;
Pietro Mansueto (classe 1960), indicato da numerosi collaboratori di giustizia come prestanome dei Lo Piccolo, egemoni nel mandamento mafioso di Palermo – San Lorenzo e ritenuto, in passato, soggetto in procinto di essere “formalmente” affiliato a “cosa nostra”.

Tra i beni sequestrati: un ampio terreno con annesso fabbricato a Palermo, in viale Regione Siciliana, di Pietro Mansueto; una società di distribuzione di bevande di Girolamo Celesia; un villino a Campofelice di Roccella, riconducibile a Giacomo Vaccaro; un’attività economica nel settore della ristorazione, intestata al figlio di Giovanni Bosco, nella piazza del borgo di Boccadifalco.

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