Palermo ricorda Gaetano Costa, Antonino Cassarà e Roberto Antiochia, uccisi dalla mafia

Redazione

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Palermo ricorda Gaetano Costa, Antonino Cassarà e Roberto Antiochia, uccisi dalla mafia

06 Agosto 2017 - 16:53

Trentasette anni fa, in via Cavour, veniva ucciso dalla mafia il procuratore Gaetano Costa. Cinque anni dopo, in via Croce Rossa venivano trucidati Antonino Cassarà e Roberto Antiochia, poliziotti di un formidabile pool di investigatori di cui faceva parte anche Beppe Montana, ucciso qualche giorno prima a Porticello.

Alla deposizione di una corona di fiori sul luogo dell’omicidio e, successivamente, alla messa in suffragio del Procuratore Costa,  alle cerimonie in memoria del vice Questore Antonino Cassarà e dell’Agente Roberto Antiochia – svoltesi prima alla Squadra Mobile “Boris Giuliano” e poi con una messa presso la cappella della Caserma “Pietro Lungaro” – dove sono stati commemorati anche il commissario Beppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985 a Porticello, e l’agente scelto Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio, trucidati il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini, erano presenti oltre al Questore Renato Cortese e alle rappresentanze delle altre forze dell’0rdine anche in rappresentanza dell’amministrazione l’assessore alla Cittadinanza Sociale, Giuseppe Mattina e l’assessore al Personale e al Decentramento, Gaspare Nicotri. Alle cerimonie era presente anche l’Anps di Monreale, con una rappresentanza, il presidente Santo Gaziano e il segretario economo Francesca Mannino.

“Il 6 agosto è da oltre trent’anni a questa parte – ha dichiarato il Sindaco Leoluca Orlando – una data dolorosa ed una ferita ancora aperta per quanti hanno a cuore i valori della legalità, del vivere civile, della lotta ad ogni forma di prevaricazione. Erano tutti fedeli servitori dello Stato, ognuno con le proprie competenze ed i propri talenti, costretti a lavorare in un clima ostile e pesante in cui, troppo spesso, la mafia aveva il volto connivente delle istituzioni. Il tempo non potrà certo cancellare il loro sacrificio – ha concluso Orlando – e oggi la presenza dell’Amministrazione comunale non rappresenta certamente un rituale, ma l’espressione di una sincera gratitudine e il rinnovarsi di un impegno perché non solo sia fatta Giustizia per quanti, anche a costo della propria vita, hanno contribuito a liberarci dalla mafia, ma soprattutto perché la Sicilia non lasci più soli e spesso indifesi coloro che combattono il crimine, l’illegalità e la corruzione”.

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