Strage di Ustica, da 37 anni anche a Monreale si attende la verità

Redazione

Cronaca

Strage di Ustica, da 37 anni anche a Monreale si attende la verità

27 Giugno 2017 - 09:15

Il 27 giugno del 1980 un volo Itavia da Bologna a Palermo, con a bordo 81 persone, scompare dai tracciati radar di Fiumicino, si squarcia in cielo e si inabissa tra Ustica e Ponza. Sono passati 37 anni da quel giorno. E molte domande rimangono senza risposte. Nell’incidente, morirono anche due monrealesi, Antonella e Giovanni Pinocchio.

Negli anni si è parlato di un coinvolgimento francese, libico e statunitense. Di collisione con un aereo militare, di un cedimento del mezzo e anche di un attentato terroristico. La strage fu rivendicata, subito dopo, dal gruppo neofascista dei Nuclei armati rivoluzionari, ma per i giudici si trattò di un vero e proprio depistaggio operato dal cosiddetto Super Sismi, formatosi all’interno dei servizi segreti militari.

Adesso un’altra beffa. Dagli archivi desecretati non è venuto fuori niente che già non si sapesse. Nessun documento successivo alla strage. Diverse sentenze hanno accertato che quel giorno un aereo militare sparò un missile contro il Dc 9 dell’Itavia. Ma di tutto questo nei documenti non c’è traccia. E i familiari delle vittime tornano a farsi sentire. Daria Bonfietti dà voce alla loro rabbia e alla loro delusione.

“Avevamo molto sperato che la direttiva Renzi potesse davvero portare alla desecretazione di documenti che avrebbero potuto dirci chi c’era quella notte in cielo e in mare, consentirci finalmente di ricostruire uno scenario reale ma posso solo esprimere tutto il nostro sconcerto per un Paese che non è in grado di custodire la documentazione prodotta. Basta dire che – tre anni dopo la direttiva Renzi che dispone la desecretazione degli atti sulle stragi degli anni ’60-’70-’80 – il Ministero dei Trasporti non ha depositato nulla se non qualche atto già noto della commissione Luttazzi. Alle nostre pressanti richieste gli uffici hanno risposto che non c’è ombra di documentazione alcuna e che non hanno neanche idea di dove dovrebbero essere i loro archivi”.

Ora l’associazione dei familiari delle vittime chiede un intervento politico e della magistratura per individuare i responsabili della “sparizione” di tutti i documenti coevi alla strage. “Non c’è nulla – aggiunge Daria Bonfietti – dell’aviazione civile né del gabinetto del ministro dei Trasporti, lo Stato maggiore della Marina non porta nessun documento dal 1980 al 1986, in prefettura a Bologna non è stato depositato nulla. Per non parlare della beffa dei documenti dei Servizi segreti: solo un’enorme rassegna stampa e schede sui giornalisti che scrissero articoli sul caso. E con i nomi in chiaro. Invece di indagare su quel che accadde quella notte, i nostri Servizi indagarono sui giornalisti”.

“Oggi – conclude Bonfietti – diverse sentenze definitive sia penali che civili hanno messo nero su bianco che il Dc9 fu abbattuto da un missile in uno scenario di guerra e hanno condannato i ministeri italiani a risarcire i familiari delle vittime per non aver saputo garantire la loro sicurezza e aver nascosto la verità. Resta un grande vulnus nelle indagini, quello di riuscire a mettere una targa a quegli aerei”.

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