“E’ ancora pericoloso”, Riina junior non potrà incontrare il padre

Redazione

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“E’ ancora pericoloso”, Riina junior non potrà incontrare il padre

20 Giugno 2017 - 17:16

E’ stato respinto dal tribunale di Sorveglianza di Padova l’appello di Salvo Riina che chiedeva la sospensione della proroga di quattro mesi della sorveglianza speciale. Il figlio del “capo dei capi” aveva fatto richiesta di lasciare Padova per raggiungere Corleone: domande respinte perchè il figlio del boss, è ritenuto ancora pericoloso. Per lui è stata rifiutata la richiesta incontro con il padre Totò Riina, ormai piantonato a Parma in condizioni di salute precarie. I due si erano visti nei mesi scorsi dopo 14 anni dal loro ultimo incontro.

Salvo Riina era stato scarcerato 6 anni fa dopo essere stato condannato per mafia. Oggi vive a Padova, in regime di libertà vigilata. Lavora in una cooperativa sociale che assiste famiglie indigenti, e gli è vietato fare ritorno a Corleone. Secondo i giudici, il figlio del capomafia all’ergastolo non avrebbe cessato i propri rapporti con il clan. La Procura di Palermo non si fida e ci sono alcuni atteggiamenti che rafforzebbero la convinzione circa l’attuale pericolosità sociale di Salvo Riina, ritenuto ancora capace di esercitare una influenza.

Proprio in questi giorni è apparso un post sulla sua bacheca Facebook: “Alcuni miei grandi amici della Romania si sono trovati in questo ristorante e guarda guarda che fotografia c’era nella parete, assieme ad altri personaggi italiani famosi nel mondo… Grazie amici miei”. Salvo Riina, esprime la sua gioia dopo avere visto una foto del padre appesa al muro del ‘Restaurante Martini’ di Tenerife, insieme a quella degli italiani famosi nel mondo.

Nei mesi scorsi “Salvuccio”, terzogenito e figlio prediletto del Capo dei Capi, era tornato a Corleone per Natale grazie ad un permesso concessogli dal tribunale di Sorveglianza di Padova. L’occasione, tuttavia, è stata anche quella di fare da padrino di battesimo alla nipotina, figlia della sorella, possibilità concessa a Riina da un parroco di Padova tramite un “certificato di idoneità”. Una vicenda che alzò un polverone sulla chiesa di Padova, con il famoso sfogo del vescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, tra i prelati più impegnati sui temi della lotta alla mafia: “La scelta di consentire al figlio di Riina di fare il padrino di battesimo è censurabile e quanto meno inopportuna”, disse. Ed è proprio dei giorni scorsi il caso della sorella Lucia che aveva chiesto il bonus bebè in relazione a un presunto stato di difficoltà economica della figlia del Capo dei capi: la commissione prefettizia di Corleone ha detto di no.

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