La Via Francigena è realtà: anche Monreale sigla il nuovo protocollo

Raimondo Burgio

Cronaca

La Via Francigena è realtà: anche Monreale sigla il nuovo protocollo

19 Maggio 2017 - 16:37

Questa mattina si è tenuta presso i saloni dell’Arcivescovado di Monreale una piccola manifestazione dal tono molto informale, ma che ha segnato certamente una data storica da ricordare in cui è stato firmato un protocollo d’intesa tra il Comune di Palermo, il comune di Castronovo di Sicilia, il Comune di Monreale e quello di Agrigento. Tutti insieme con la arcidiocesi di Monreale in sinergia anche con quelle di Palermo, Piana degli Albanesi e Agrigento. A partire da oggi dunque si è costituito gruppo non soltanto di intenti, ma in pratica, un network di soggetti che hanno l’intenzione di mettere insieme e costituire una maglia di presenze che a vario livello possano interloquire aiutare e accudire i viaggiatori che percorreranno la “Via Francigena”, in un percorso che da Palermo attraversa buona parte del Comune di Monreale quello di Castronovo di Sicilia per arrivare come meta ultima sino alla diocesi di Agrigento.

La sala del palazzo arcivescovile si è arricchita di importanti presenze, primo fra tutti l’ospite di casa: sua Eccellenza monsignor Michele Pennisi che ha aperto l’incontro introducendo tutti gli ospiti presenti e lasciando intravedere il suo favorevole sguardo nei confronti di una iniziativa lodevole perché ispirata da alcuni punti cardine del turismo religioso religioso. E’ questa – secondo quanto inteso da Pennisi – una forma altra di turismo che ha un profilo rivolto all’accoglienza.

Ovviamente era presente il Sindaco del Comune di Monreale Piero Capizzi, il sindaco del comune di Castronovo di Sicilia Francesco Giuseppe Onorato, Monsignor Salvia dell’ufficio pellegrinaggi, padre Macaluso direttore dei beni culturali della diocesi di Monreale, il vicario Dolce, Don Zanca del santuario di Tagliavia e Don Pontillo della diocesi di Agrigento. Ha preso parte all’incontro anche il Comune di Palermo che in rappresentanza del sindaco Leoluca Orlando, ha mandato l’ingegner Toni Sala, che ha spiegato di come questa forma di turismo sia una componente in grado di valorizzare i luoghi al di fuori dei tradizionali circuiti, è un approccio che permette il recupero dei luoghi attraverso un lavoro fatto dalla base valorizzando al tempo il percorso arabo normanno.

Nel nostro comune si è fatta promotrice del protocollo il consigliere Manuela Quadrante che vede nel pellegrino una goccia in grado di scavare un terreno non soltanto fisico ma ricco di metafore ed esperienze e allo stesso modo secondo il nostro sindaco Piero Capizzi il turismo portato avanti dal cammino è fatto di una complessità, di sensazioni trasmesse e narrate e di storie che riportano le tante metafore di un pellegrinaggio sperimentato nella sequenza di passi.

Le parole chiave – nei concetti di Davide Comunale, presidente del Cammino Francigeno di Sicilia – ribadite da tutti dall’esperienza fatta e da quanto viene auspicato sono: accoglienza, amicizia e riconciliazione e solo in questo senso il cammino può diventare sintesi di una esperienza nel territorio molto più ampia e complessa di quanto possa semplicemente apparire. Questo protocollo segna l’inizio di un approccio diverso e nuovo al turismo fatto di lentezza, fatto di grande sacrificio e grande accoglienza, ma soprattutto di integrazione e di ascolto dell’altro. Era presente tra l’altro in rappresentanza dell’associazione commercianti di Monreale Massiamiliano Lo Iacono, che ha anticipato la donazione alla Associazione Cammini Francigeni di Sicilia e al Comune di Monreale delle targhe che indicheranno l’inizio del percorso sul nostro territorio.

L’incontro durato a lungo ha portato a un confronto tra i vari soggetti attivi già sul territorio soprattutto ottimisti e molto confortati dai numeri delle richieste preventive che sono pervenute durante questi primi mesi di pura sperimentazione: addirittura si parla in pochissimo tempo di un richiesta di circa 600 persone che hanno iniziato a chiedere in merito alla possibilità di attraversare questi cammini – peraltro già esistenti anche se non del tutto tracciati – e che quindi lascia sperare in un riscontro sempre maggiore e sempre più interessante per il coinvolgimento che si potrà avere sul territorio in senso turistico economico e non secondariamente spirituale, come pure sull’indotto generale che si verrà a creare. É questa finalmente una strada valida per far ripartire un turismo molto più sano, ecologico, biocompatibile, ma soprattutto che si rivolge alle persone che vogliono misurare la propria spiritualità al di là del fatto che siano più o meno credenti.

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